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Telegram-канал guglielmocrotti - Guglielmo Crotti

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Meme, riflessioni geopolitiche e Android. Agitate ma non mescolate. Direttore di @appelmoladg Potete contattarmi scrivendo a 👉 @quellodiappelmo

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Guglielmo Crotti

Scopro oggi che la direttrice della rivista tecnologica CNET si chiama Connie Guglielmo.

Se ci pensiamo bene, il mio nome, se pronunciato da una vecchina senza denti, può assomigliare a Guglielmo Connie.

Sono andata a cercarla su Google e, per fortuna (sua), non mi assomiglia affatto. Ma l'ho trovata una buffa coincidenza. Così come ho trovato buffo che abbia cercato di implementare ChatGPT sulla sua rivista, ma in maniera "non trasparente", lasciando che scrivesse più di 70 articoli su argomenti principalmente di carattere finanziario.

La sua giustificazione è stata: "abbiamo voluto fare questo esperimento per capire se le IA possano aiutare i nostri redattori a coprire più argomenti contemporaneamente". C'è un uso etico/non etico di ChatGPT? Il fatto che soppianti il copywriting è un fatto positivo o negativo? Alla fine, credo che si arriverà a un punto in cui bot del genere ci sostituiranno nella creazione di testi che tutti riteniamo estremamente uggiosi (se penso al tempo che ho sprecato scrivendo certe email), mentre all'uomo rimarrà, direi, la parte creativa e di supervisione. Chi vivrà, vedrà.

Se volete, c'è anche la storia in italiano pubblicata dal Post.

PS: questo post è stato generato tramite ChatGPT. O forse no.

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Guglielmo Crotti

Questo è quello che succede quando lasci Google da solo per troppo tempo con qualcosa di bello. Ma cosa gli è saltato in mente?

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Guglielmo Crotti

Mi spiego, perché l'immagine può essere effettivamente criptica. Con l'ultimo aggiornamento, Telegram ha introdotto un pulsante che consente di regalare Telegram Premium a un altro utente a prezzo scontato - parliamo di un -22% sull'abbonamento annuale, non eccessivo ma nemmeno da ignorare. Peccato che per poterlo regalare tu debba già essere utente Premium.

Ora: chi compra Telegram Premium è già un super-utente, ossia un utente che è già dentro le meccaniche della piattaforma al punto tale da: 1) sapere che Telegram Premium esiste 2) voler effettivamente spendere dei soldi per sostenere Telegram. Un utente di questo genere ha almeno due account, grazie ai quali può tranquillamente auto-regalarsi l'abbonamento a prezzo scontato.

Ora: se io so queste cose, le saprà sicuramente e molto meglio di me chi ha ideato questa promozione. Una simile limitazione vuole semplicemente costringere chi vuole l'abbonamento annuale (scontato) a Telegram Premium a pagare un mese intero di abbonamento (3,99€), così da auto-regalarsi l'abbonamento annuale scontato (33,99€), generando un risparmio di 5,94€ (9,93€ - 3,99€) che però per Telegram si traduce in un guadagno ulteriore - di 3,99€, appunto.

Non capisco esattamente il senso di questa mossa: una forma di gatekeeping. Cui prodest?

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Guglielmo Crotti

​​Sono anni che Google cerca di inserirsi nel mercato delle app di messaggistica. I tentativi sono stati innumerevoli. La nuova mossa sono ora gli SMS, che conditi con una serie di funzionalità aggiuntive (spunte di lettura, eccetera) necessarie secondo i moderni standard di comunicazione, diventano RCS - format di cui Google è sostanzialmente il monopolista.

Bene, bello, bis, nuova vita agli SMS che tanto hanno condito le nostre gioventù pre-smartphone. Peccato che su WhatsApp, Telegram o altre suite di messaggistica, quello che vedete in foto non potrebbe succedere - ma con gli SMS, ahimè, . Sostanzialmente, un numero falso è riuscito a farsi identificare da Messaggi come PosteInfo (il numero che fa riferimento ai messaggi di servizio di Poste Italiane) invitandomi a modificare le mie credenziali a causa di un accesso sospetto.

Io, che queste cose un po' le subodoro da lontano, ho capito abbastanza in fretta che si trattava di un attacco phishing. Ma mettete caso che sia un anziano o una persona che non ha dimestichezza con la tecnologia a cadere vittima di questo tipo di attacco - soprattutto considerando che si stanno facendo sempre più raffinati. Addio alle credenziali delle Poste, con tutto quello che ne consegue (pensione, identità elettronica...).

Quindi no, gli SMS non sono sicuri, e dubito che potranno mai esserlo. Spiace per gli RCS.

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Guglielmo Crotti

Buon Natale a tutte e a tutti da parte della nostra redazione e del Direttore @guglielmocrotti! Auguri! 🥰 🥳 🎄

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Guglielmo Crotti

About You rimane, a un anno dal lancio, una delle peggiori app dove fare acquisti (ed è un peccato). C'è da dire che regala però dei momenti di comicità involontaria

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Guglielmo Crotti

Ma voi riuscite a immaginarlo, un mondo senza Twitter?

(la gente non si rende conto del favore che, indirettamente e inconsapevolmente, sta facendo Elon Musk al mondo)

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Guglielmo Crotti

-mette un limite comicamente basso alla velocità in centro senza cambiare nulla della strada
- "Da oggi Villafiacca è ancora più a misura d'uomo!"
-tutti vanno alla stessa velocità di prima
-un altro grande giorno da primo cittadino

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Guglielmo Crotti

Per una persona che come me è campata solamente di HTC finché ha potuto, è doloroso scoprire a ogni nuova stagione quanto in basso HTC possa arrivare

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Guglielmo Crotti

Steve Jobs, noto conservatore - nel senso che faceva marmellate (?)

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Guglielmo Crotti

L'argomento è comunque più complesso di quello che sembra. Praticamente, Netflix ritiene che in cambio di un abbonamento meno costoso, le persone saranno disposte a guardare 4-5 minuti di pubblicità ogni ora di riproduzione.

Facciamo due calcoli:
🔸 l'abbonamento con pubblicità ovviamente si rivolge a quanti oggi pagano 7,99€ al mese, ossia sono iscritti a Netflix con l'abbonamento più economico possibile;
🔹 di conseguenza, sottoscrivere Netflix con pubblicità costituirebbe un risparmio del 31% sul costo dell'abbonamento, pari a 2,5€/mese;
🔸 il risparmio annuale è quindi di 2,5€ x 12 mesi = 30€/anno;
🔹 ogni sessione Netflix & Chill è di almeno almeno 2 ore (contando la durata media di un film), il che significa 10 minuti circa di pubblicità;
🔸 generalmente, si può ipotizzare di utilizzare Netflix almeno una volta ogni due giorni: un'ipotesi (molto) conservativa è che si spenderanno in media 150 minuti davanti alla pubblicità ogni mese, ossia 2,5 ore;
🔹 2,5 ore al mese equivalgono a 30 ore di pubblicità all'anno (una curiosa analogia con i 30€ risparmiati).

La mia conclusione assolutamente non scientifica è che gli utenti del nuovo abbonamento arriveranno a ridurre la durata della propria vita di oltre un giorno all'anno, a fronte di un risparmio di appena 30€. Ne vale la pena? Direi proprio di no.

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Guglielmo Crotti

Quando si dice "una questione di timing"

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Dimmi che sei un boomer, senza dirmi che sei un boomer

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Questo post per dirvi di non mollare mai, qualunque cosa succeda. E che il documentario sull'Industrial Light and Magic, fondata da George Lucas e dopo quarant'anni ancora il faro nel campo degli effetti speciali, è una delle cose più belle su Star Wars (e il cinema) pubblicata da anni. E lo trovate su Disney+

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Guglielmo Crotti

Uno spera nella meritocrazia e nel futuro dell'Italia come Paese e come industria, poi legge Gramellini e perde ogni voglia

Ma perché, perché, perché

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Guglielmo Crotti

​​Il mondo è bello perché Twitter: da San Francisco giunge voce che l'azienda abbia messo all'asta tutta una serie di proprietà, evidentemente non più necessarie (nel tentativo di fare cassa?). Per la maggior parte si tratta di roba tipo: sedie, divani, poltrone - effettivamente, ora che l'azienda conta settemilaecinquecento dipendenti in meno, ci sarà bisogno di molti meno posti a sedere.

Ma battutacce a parte, segnalo che se avete 5.000$ da spendere potete tentare di mettere le mani sull'insegna al neon del logo di Twitter; altrimenti, per 11.000$ c'è la statua del logo, mentre se volete spendere di meno, potete sempre puntare a una scultura a forma di chiocciola, con tanto di edera dentro ("solo" 2.700$).

Quando vi diranno "Musk sta svendendo Twitter", un po' è vero.

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Guglielmo Crotti

Per giustificare la decisione, il ministero della Cultura ha fornito al Foglio alcuni dati sulle spese sostenute finora da ITsART. Inizialmente, il ministero aveva messo a disposizione 9,8 milioni di euro e Chili altri 10 milioni, ma solo nel primo anno erano stati spesi 7,5 milioni per mantenere la piattaforma: di questi, 6 milioni erano stati spesi per servizi e beni, 900 mila per il personale. A fronte delle spese però i ricavi sono stati molto bassi: al servizio si sono registrati circa 141 mila utenti, per un totale di 246 mila euro di incassi. (Il Post)

Sul tracollo di ItsArt possiamo parlarne delle ore per poi arrivare alla stessa conclusione. Ma come dice bene Roberto Pezzali su DDay.it, ItsArt è stata una buona piattaforma con un pessimo business model: contenuti a pagamento (fino a 12,9€ l'uno) nell'epoca delle piattaforme ad abbonamento, senza un sistema pubblicitario adeguato che, in assenza di sponsor, si auto-reclamava (il che ovviamente non generava profitto). Non sorprende che Netflix abbia scomodato Microsoft per gestire le pubblicità del suo nuovo piano a pagamento.

C'è una lancia che voglio però spezzare su questa piattaforma: il suo slancio internazionalistico, tra sottotitoli in inglese e ridoppiaggi. In Italia, che è appunto la patria del doppiaggio e della traduzione, facciamo una gran fatica a esportare i nostri contenuti all'estero. Ho potuto tastare il polso della situazione quando, nel tentativo di coinvolgere la mia ragazza tedesca al cinema popolare italiano, abbiamo provato a guardare insieme un po' di commedie nostrane: da Aldo Giovanni e Giacomo a Perfetti Sconosciuti (che pure ha avuto un'eco mondiale), passando per Il Traditore (che puntava all'Oscar, pensate voi), non ce n'è uno sottotitolato in inglese. Neanche mezzo.

Ma anche il settore editoriale è tutto così: produciamo opere esclusivamente per il mercato nazionale, curandoci poco o niente di renderle appetibili all'estero. Col risultato che opere con un potenziale mercato internazionale, come appunto ItsArt, o vengono chiuse o (peggio ancora) non vengono proprio prodotte. Ahimè.

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Guglielmo Crotti

pezzènte s. m. e f. [voce di origine merid., part. pres. di pezzire (v.)]. – Mendicante, accattone, persona che vive di elemosina.

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A tutti i miei più felici auguri di buon Natale, che quest'anno corrisponde con la mia entrata nella famiglia di Google: chissà che non riesca a sostituire finalmente HTC... Auguri ancora!

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Guglielmo Crotti

Il vero stress test è sottoporsi alla visione dei tweet di Calenda in ambito tecnologico.

Ma poi, se non esistono i reati d'opinione, a cosa dovrebbe servire l'identificazione ai fini dell'iscrizione ai social? Mistero. Altrettanto misteriosa è l'infatuazione della mia generazione (e di quelle successive) per questo personaggio.

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Guglielmo Crotti

La gestione di Twitter da parte di Elon Musk è la riprova che non è sufficiente andare al ristorante un paio di volte a settimana per essere poi in grado di gestire un ristorante.

Ormai nella stampa specializzata si inizia a parlare seriamente di "fallimento" di Twitter e della fine di una piattaforma, perlomeno nei modi e nelle forme in cui l'abbiamo conosciuta - personalmente, non mi stupirebbe. Che 2022 ragazzi.

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Guglielmo Crotti

Solo chi è di Bologna (o di Milano) potrà capire, ma io ve lo condivido lo stesso (un accidente a te, Lepore)

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Guglielmo Crotti

​​Un effetto poco considerato ma comunque dirompente, a mio parere, della nuova politica sulle "spunte blu" di Musk (che, qualora non lo sappiate, diventeranno a pagamento a partire dalle prossime settimane: 8$/mese) è quello che avrà su Telegram.

➡️ Come funziona la verificazione dei profili sui social?

Su social maggiori come Instagram, TikTok, Snapchat o Facebook, il processo è in mano alla piattaforma. L'utente invia la propria candidatura, e la piattaforma si occupa di verificare che il profilo abbia le caratteristiche giuste.

Ma cosa succede su Telegram? Sappiamo bene che il motto dell'applicazione è: "Fallo tu!" e che dunque non possiede di per sé un team che si occupi della verificazione dei profili. Piuttosto, Telegram ti chiede se possiedi almeno altri due profili verificati - tra cui, appunto, Twitter - perché, comprensibilmente, se un'altra piattaforma si è già preoccupata di verificare la tua autenticità, non c'è bisogno che Telegram lo faccia a propria volta.

Questo ovviamente poteva avere un senso prima del terremoto-Musk, ma se è vero che il badge di verificato su Twitter diventerà molto più accessibile, allora (come effetto a cascata) sarà ancora più facile creare profili fasulli di brand fasulli su Telegram. Spero che il team dell'app presti attenzione a tutto questo (???)

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Guglielmo Crotti

Sarà il trauma cranico a parlare, ma il mio modesto parere è che le recenti uscite di Elon Musk sui social, comprese le assurde proposte di pace per l'Ucraina e gli ammiccamenti alla Russia, potrebbero fare parte di un piano per aizzare il governo statunitense, così da costringerlo a mettere il suo veto sull'acquisizione di Twitter.

Se ci pensiamo, infatti, Musk ha accettato di acquisire Twitter al prezzo di 54,2$ ad azione solamente obtorto collo, per il timore che il processo che era scaturito dalla querelle tra le parti portasse alla luce comunicazioni e accordi che il miliardario non aveva piacere che diventassero pubblici. Le recenti irritazioni dimostrate dalla Casa Bianca di fronte alla schizofrenica politica di Musk per la salvaguardia dell'integrità ucraina — parlo in particolare di Starlink, prima garantito al governo ucraino poi negato poi infine concesso una seconda volta — sono esemplificative. Spingere la Casa Bianca a bloccare l'accordo costituirebbe così l'ultima e disperata mossa da parte di Musk per mettere fine a un affare che fin dal principio si è dimostrato più complesso del previsto — per lui: dalle parti di Twitter non vedono l'ora.

Si tratta di una ricostruzione azzardata, ma Musk ci ha più volte dato il beneficio del dubbio sulla reale serietà delle sue intenzioni — senza contare che l'accordo Musk-Twitter costerebbe all'imprenditore ben 44 miliardi di dollari, una cifra non indifferente nemmeno per un magnate del suo calibro.

Musk comunque ha dimostrato di possedere una mente avveniristica in molti ambiti, rendendo (in senso lato) popolari ed economici auto elettriche, viaggi spaziali e tra poco anche i robot domestici. Sono certo dunque che un eventuale Twitter a gestione Musk aprirebbe a grandi sorprese, soprattutto considerando i suoi piani per il social "X" e l'"everything app".

Staremo a vedere.

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Ma non mi dire.

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Guglielmo Crotti

Pagare per guardare film e serie e doversi comunque sorbire la pubblicità... la TV tradizionale, quindi?

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​​Il mio ultimo messaggio ha suscitato molte reazioni, e per una buona ragione. Il futuro di Telegram ci è tanto a cuore perché è una piattaforma che molto più di altre ha suscitato speranze e passioni per un futuro tecnologico un po' diverso, e sicuramente migliore.

Le esternazioni ostili e avverse all'annuncio di una svolta "crypto" di Telegram sono quindi più che comprensibili, anche se a prima vista (un po' come tutte le reazioni a emozioni forti) è difficile capirne chiaramente le motivazioni. Ho quindi voluto scrivere questo articolo in cui cerco di spiegare perché effettivamente a pochi sia piaciuto cos'è successo nei giorni scorsi 👉 Trovate l'articolo qui su AppElmo.com

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Guglielmo Crotti

Non ho mai visto la comunità di Telegram ribollire come in questi giorni contro il suo fondatore.

Durov è sempre stato circondato da un'aura mistica di cui tutti abbiamo subito l'influsso. L'idea di un miliardario rivoluzionario che si lancia contro l'establishment della tecnologia per lanciare la sua piattaforma libera e privata, interamente finanziata con i suoi soldi - mettiamoci dentro anche la persecuzione dal governo russo, che aggiunge un tocco da spai stori - era dannatamente irresistibile.

Le prime incrinature si sono viste con la sua trasformazione da tech guy a gymrat. Certi cambiamenti fisici non avvengono senza un cambiamento di mentalità. Durov ha quindi cambiato vita e anche stile: niente più esibizioni e lanci di denaro sulle folle, ma foto alla Vogue nel deserto e uscite New Age e consigli di vita che solo un miliardario che vive a Dubai (altro brutto segno) può permettersi. Un'inversione a U che risulta un po' indigesta a un'userbase tirata su con quel linguaggio anarchico e antagonista che Telegram usava nelle sue prime fasi di vita.

Poi c'è stata la TON. Il flop clamoroso della criptovaluta di Telegram - che, a posteriori, è stato un bene per tutti - era un avvertimento. Se ricordate bene, quando la TON venne annunciata, molti si aspettavano che Telegram avrebbe concesso ai suoi utenti di partecipare ai round di finanziamento, anche in forma simbolica. E invece, la riserva iniziale di Gram (questo il nome della criptovaluta) venne deciso che sarebbe stata gestita dai grossi investitori e da Telegram stesso. Brutto segno.

Quattro anni dopo, questo messaggio. Sostanzialmente, Durov anticipa di voler integrare su Telegram il web3 (ahi), gli NFT (ahi ahi), la TON (ahi ahi ahi) e tramite smart contract, permettere la vendita degli username tra utenti. Tutto questo due giorni dopo che Telegram ha requisito migliaia di username senza giustificazioni o avvertimenti. Pessimo timing?

Ora, non so se sia stato per l'onda emotiva suscitata dall'indignazione per le requisizioni, o l'allarme che scatta nella testa ogni volta che giunge il suono dentale degli enne-effe-tí, ma Durov ha dovuto disattivare le reactions al suo canale per quanto negative si stavano dimostrando, segno che l'idea di integrare la TON su Telegram e tutto il resto è davvero una pessima idea.

Una volta ci bevevamo tutte le sparate di Durov con felicità, le trangugiavamo a sorsate. Oggi la piattaforma è più matura, noi siamo più maturi, e ci rendiamo conto della quantità di porcate che un progetto del genere comporterebbe, vista la scarsissima capacità manageriale dimostrata finora dal team dell'app.

Speriamo in bene ma prepariamoci al peggio.

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Guglielmo Crotti

Ringrazio il mio amico Giuseppe per avermi fatto notare la furbissima mossa del sen. Gasparri di segnarsi la password sul dorso di un computer ripreso in mondovisione.

La domanda ora è: a quale account si riferisce quella password? Sotto con i tentativi

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Guglielmo Crotti

Dall-E mini è un progetto spurio di Dall-E, un'intelligenza artificiale in fase di sviluppo presso OpenAI e capace di generare immagini partendo da un imput testuale. Dall-E 2 (l'ultimo aggiornamento) è un'intelligenza artificiale precisissima, capace di creare immagini spettacolari e realistiche, seguendo pedissequamente le istruzioni; Dall-E mini... no. Però chiunque può usarla (Dall-E 2 è accessibile solo dopo aver superato una lista d'attesa, per ovvie ragioni) ed è molto divertente

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