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In anteprima per Telegram! Chi è davvero #Nawaf #Salem, il presidente della #CorteInternazionaleDiGiustizia?

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https://www.linkiesta.it/2023/12/israele-hamas-kibbutz-naomi-adler-intervista/

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#Israele #Gaza

Il procuratore Capo del tribunale penale internazionale dell'#Aia: faremmo la giustizia con i terroristi di #Hamas

Nel messaggio appena pubblicato, Karim #Kahn ha fatto riferimento alla sua visita di ieri in Israele, durante la quale ha visitato, tra l'altro, Kibbutz #Beeri e le zone dove avvenne il massacro genocida allo scoppio della guerra.

"Ho assistito a scene di crudeltà pianificata.

Gli attacchi contro civili israeliani innocenti del 7 ottobre rappresentano alcuni dei crimini internazionali più gravi che sconvolgono la coscienza dell'umanità, crimini per i quali la Corte Penale Internazionale è stata istituita per affrontare", ha affermato.

Ha anche fatto riferimento all'incontro avuto con le famiglie delle vittime e ha affermato: "Il mio messaggio è stato chiaro: siamo pronti a lavorare in collaborazione con loro come parte del nostro lavoro continuo per assicurare i responsabili alla giustizia".

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𝐓𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐦𝐨𝐳𝐳𝐚𝐭𝐞 𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐞, 𝐢 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐚𝐫𝐛𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐤𝐢𝐛𝐛𝐮𝐭𝐳

Lucia Annunziata

I terroristi arrivano nel kibbutz di Be’eri con il fiatone, corsa o paura, il respiro viene registrato dalla GoPro sulla fronte, le immagini scorrono per noi come fossimo loro sui prati ordinati, i fiori, le modeste verande dei kibbutzim. Solo un cane è sveglio, va incontro festoso agli sconosciuti, l’obiettivo della GoPro inquadra la punta di un fucile. Il primo colpo è al petto, ma non ferma la corsa festosa dell’animale, e nemmeno il secondo. Solo il terzo colpo in pieno petto ferma il cane, che pare sorpreso, poi si accuccia e muore senza un guaito appoggiando la testa sulle zampe.

È forse questo l’unico racconto che posso farvi senza scadere nella pornografia del sangue, il voyeurismo della violenza. Quaranta minuti di un video, che le autorità israeliane stanno mostrando a gruppi di giornalisti intorno al mondo «perché più passa il tempo dal 7 ottobre, più sono le persone che dicono che non è accaduto nulla, o che è stata tutta una finzione organizzata dallo stesso esercito di Israele», dice l’ambasciatore a Roma del governo Israeliano.

Prima o poi il video sarà visto dal maggior numero possibile di persone, ci auguriamo. E, tanto per essere precisi ed evitare altri sospetti sul filmato, diamo conto di come è stato messo insieme: sono migliaia di video girati da diverse fonti, ognuna delle quali è indicata con precisione.

Molti di questi, io che scrivo, li ho già visti sulla rete di Al Jazeera nelle ore e nei giorni immediatamente seguenti l’attacco - in questo caso sono tutte immagini girate in soggettiva con le camere sulla fronte dei terroristi di Hamas. Ci sono poi le immagini riprese dalle telecamere delle auto degli Israeliani sulla strada. Ci sono quelle delle telecamere dell’esercito di Israele quando i soldati sono arrivati per un’operazione salvezza fatta tropo tardi. Infine, si ascoltano le registrazioni fatte dall’esercito Israeliano, quando l’operazione soccorsi è partita, fra combattenti di Hamas e i loro comandanti che controllavano i terroristi attraverso le GoPro e i telefonini.

Andrò solo per capitoli. Il più importate, perché è quello su cui ci sono più dinieghi, riguarda gli stupri alle donne. L’Onu ha annunciato in queste ore che ci sarà un’inchiesta. Sarà fatta raccogliendo tutte le prove, ma di prove ce ne sono a sufficienza nelle immagini: le giovani hanno tutte sangue che cola fra le gambe, e molte anche dalla bocca. In una ripresa in una sorta di capannone, c’è una fila di ragazze morte, appoggiate al muro col busto, ordinatamente, i corpi con vestiti in disordine coperti di sangue un po’ dappertutto, dalla bocca, appunto, alle gambe, alla pancia. In un altro filmato una ragazza scende da una jeep con le mani legate dietro. Ha un top e un pantalone della tuta grigio chiaro. Si gira, e dietro, su quel pantalone chiaro si vede una enorme macchia di sangue, mentre viene spinta su una diversa macchina.

Questo video, ne sono spettatrice, è passato tantissime volte su Al Jazeera e poi sulle Tv di tutto il mondo. Ho visto anche di nuovo quello che per me è ancora oggi il massimo della pena: una ragazza bionda con addosso solo uno slip e il reggiseno, circondata da uomini che festeggiano, viene portata a pancia in giù sul retro di un camioncino. Per farla stare dentro le misure le hanno spezzato le gambe e gliele hanno rigirate in avanti. Sembra che sia morta.

Ascoltando le istruzioni che arrivano ad Hamas sui telefonini delle telecamere, ce ne sono del tipo «basta adesso con quel corpo, portatelo ai ragazzi e fateli giocare», «spara, spara, uccidi, uccidi il più possibile», a un certo punto sparano tanto che arriva l’ordine di «risparmiare un po’ di proiettili». Nei kibbutz si vede la caccia porta per porta, stanza per stanza, spesso vuote, perché molti sono già andati nelle saferoom. Uno che non è scappato viene ucciso sul divano attraverso la rete anti-zanzare dell’entrata. Lo sparo è casuale, giusto passando.

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Dopo che un cessate il fuoco durato una settimana a Gaza si è concluso venerdì, il lancio di razzi sia da Gaza che dal Libano contro Israele è continuato sabato così come gli attacchi aerei israeliani su Gaza. Una squadra del Mossad che era in Qatar per negoziare un’altra tregua è stata richiamata in Israele sabato “a seguito di un vicolo cieco”. A Dubai, il vicepresidente americano Kamala Harris ha riaffermato l'impegno degli Stati Uniti affinché gli abitanti di Gaza non vengano trasferiti forzatamente. Il ministro della Difesa israeliano ha detto che le tattiche dell'IDF saranno adattate “alle condizioni uniche” del sud di Gaza.

Ecco cosa devi sapere a 57 giorni dall'inizio della guerra


Cosa è successo oggi

Il sistema antimissile israeliano Iron Dome intercetta i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza venerdì notte, visti dal sud di Israele.

Una squadra del Mossad era a Doha sabato per negoziare con i mediatori del Qatar per un'altra pausa nei combattimenti a Gaza, ha detto una fonte informata della visita, con colloqui incentrati sul potenziale rilascio di nuove categorie di ostaggi israeliani, come uomini e donne soldato anziani. .

Il Primo Ministro Netanyahu ha richiamato la squadra in Israele sabato scorso, dopo quella che è stata definita “un'impasse nei negoziati”, accusando Hamas di non aver adempiuto al suo impegno di rilasciare tutti i bambini e le donne in suo possesso.
Un funzionario israeliano ha detto al Wall Street Journal che Israele è disposto a prendere in considerazione future pause nella guerra a Gaza per consentire il rilascio del maggior numero possibile di ostaggi.
Il capo dell'ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri , ha dichiarato che non accetterà il rilascio di altri ostaggi senza un cessate il fuoco globale e senza il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi.
Un funzionario della Casa Bianca ha detto ad Haaretz che il vicepresidente americano Kamala Harris è in contatto con l'emiro del Qatar per un nuovo cessate il fuoco. Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che si recherà in Qatar per contribuire a realizzare una “nuova tregua” tra Israele e Hamas.
Harris ha anche affermato a Dubai che "Israele ha un obiettivo militare legittimo contro Hamas ma deve fare di più per proteggere i civili...troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi". e ha detto al presidente egiziano Al-Sissi che non ci sarà alcun trasferimento forzato di palestinesi, assedio di Gaza o ridefinizione dei confini.
Sabato le famiglie degli ostaggi israeliani e quelli recentemente liberati hanno organizzato grandi manifestazioni in tutto Israele, chiedendo al governo di indirizzare tutti i suoi sforzi per garantire il rilascio di tutti coloro che sono tenuti prigionieri da Hamas.
■ L'IDF ha affermato di aver attaccato più di 400 obiettivi a Gaza, tra cui dozzine nella città meridionale di Khan Yunis . Anche i palestinesi hanno riferito di attacchi israeliani su larga scala nella città.

■ Durante una visita al confine di Gaza, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha affermato che l'IDF sta intensificando i suoi attacchi contro nuovi obiettivi nel sud di Gaza, aggiungendo che la prossima fase dei combattimenti sarà adattata "alle condizioni uniche dell'area", con più "tiro preciso e mirato."

"Netanyahu sa fin troppo bene come radicalizzare. È un esperto di fama mondiale. La deradicalizzazione, d'altro canto, potrebbe essere un'esperienza interessante per lui " - Zvi Bar'el

■ I controllati da Hamas Il Ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che dalla fine del cessate il fuoco sono stati uccisi 193 palestinesi e che le vittime hanno superato le 15.200, di cui il 70% erano donne e bambini. Sabato mattina, i media statali siriani hanno riferito di attacchi israeliani vicino a

Damasco . . ■ La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che coloni israeliani hanno sparato e ferito tre palestinesi nel nord della Cisgiordania . Il ministero della Sanità palestinese ha riferito che una persona è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dalle forze dell'IDF a sud di Nablus.

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In questo contesto è difficile che emergano nuove narrazioni convincenti – narrazioni che incorporino il passato ma consentano anche la creazione di nuove identità nazionali. Con una guerra che infuria nella stessa Europa e la rinascita dei partiti di estrema destra nelle democrazie del continente, tali “fallimenti identitari” minacciano la coesione e la capacità dell’UE.

Ora la guerra in Medio Oriente rende questa minaccia ancora più pressante. Le leadership di Francia e Germania stanno permettendo che le loro carenze vengano sfruttate come un’arma da coloro che hanno da guadagnare da questo vuoto. Molto è stato scritto sul fallimento dell’UE nel svolgere un ruolo in Medio Oriente, ma la leadership non può emergere da Bruxelles mentre le democrazie fondatrici rifuggono dalla propria ricostruzione. (dal The Giardian di oggi)

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Per capire la condotta dell'Arabia Saudita bisogna conoscere la genesi di questo stato e i momenti cruciali che l'hanno portato fino a oggi.

Il moderno regno saudita nasce nelle profondità del Nejd durante il periodo di indebolimento del governo ottomano sulla penisola araba, in particolare con la prima guerra mondiale. La monarchia Al Saud stringe un'alleanza con il movimento wahabbita, una setta dell'Islam sunnita nata nel diciannovesimo secolo per restaurare la salafia, il modo di vivere tradizionale dei tempi del Profeta, in polemica con l'Islam corrotto e occidentalizzato dei turchi.

Negli anni '20 la casa Al Saud riesce a conquistare l'attuale territorio grazie agli Ikhwan, delle bande di beduini estremamente radicalizzate. Già negli anni '30 l'esercito saudita deve entrare in guerra con - e sconfiggere - gli Ikhwan, per frenarne l'aggressività sia all'interno dei confini che all'esterno, contro i domini dei nuovi alleati inglesi.

Da questo momento nasce una dialettica a cui i sauditi non riusciranno mai a sottrarsi. La monarchia ha bisogno degli ulama (il clero) wahabbiti per rinforzare la sua legittimità islamica, necessità che diventa ancora più pressante con la guerra fredda, quando la casa Al Saud può opporre solo la "grande identità" pan-islamica alle ventate di nazionalismo pan-arabo e (ancora peggio) comunismo che rischiano di travolgere il regno.

Dal canto suo il clero - pur non potendo sfociare nell'aperta sedizione, mordendo la mano che lo nutre - propaga una visione di Islam incompatibile con gli obiettivi "laici" dei monarchi sauditi, come la modernizzazione, la contrazione di alleanze con "infedeli" cristiani, sciiti e ebrei.

Questa tensione continua in parte viene sfogata all'estero accontentando tutti, con l'invio e il finanziamento di jihadisti come i talebani e Bin Laden in Afghanistan, l'Emiro Khattab in Cecenia, il fronte Al Nusra in Siria.

In altre occasioni invece infiamma la società saudita mettendo a repentaglio la monarchia. Succede con le "rivolte contro la televisione" degli anni '60, con gli attentati e le sommosse degli anni '90-2000 e in modo clamoroso con la presa della Grande Moschea della Mecca da parte degli uomini del rivoluzionario beduino Juhayman (erede di una famiglia di Ikhwan) nel 1979.
In occasione di questo evento gli ulama estorcono ai sauditi concessioni religiose e finanziamenti ancora maggiori, in cambio di una fatwa che autorizza l'uso della forza per liberare la Grande Moschea.

Questo spiega il comportamento estremamente conservativo e cauto della monarchia saudita, che agisce solo se realmente obbligata a farlo. Impone l'embargo nel 1973 perché la sua legittimità nel mondo musulmano è messa a repentaglio. Modernizza (Saudi Vision 2030) perché non può sperare di reggersi sul petrolio per sempre, viene a patti con l'Iran perché è concretamente sull'orlo di perdere la guerra e collassare.

Con la guerra di Gaza questa pressione interna cresce di nuovo, con l'Iran che (nonostante sia sciita) rischia di minare la legittimità dei Saud nel mondo islamico come Egitto e Siria nel secolo scorso, e il clero saudita - che ha istruito e dato da mangiare a generazioni intere di sudditi - che incita alla jihad contro "l'entità sionista". D'altro canto l'Arabia Saudita non può agire, perché non è adatta militarmente, è piena di basi americane e una manciata di missili israeliani farebbero colassare il sottile scheletro dello stato.

Bin Salman, con nessun'opzione buona sul tavolo, starà passando una serie di notti insonni. E sicuramente spera che la guerra finisca quanto prima. Prima che scoppi anche a casa sua. (fonte #inimicizie sito web di geopolitica)

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https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/11/13/truppe-israeliane-nel-parlamento-di-gaza-city-_01740da1-db32-4296-8e04-fb54d2e49f91.html

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Aperto corridoio umanitario di 7 ore per spostarsi verso il sud della Striscia di Gaza.
Le Forze di difesa israeliane hanno aperto un corridoio di evacuazione verso il sud della Striscia di Gaza. Lo annuncia il Cogat, ente militare israeliano responsabile della politica del governo nei territori palestinesi occupati. Il corridoio rimarrà aperto per 7 ore, dalle 9 alle 16 (dalle 8 alle 15 italiane). Secondo il Cogat già decine di migliaia di civili starebbero sfruttando il corridoio per dirigersi verso il sud della Striscia di Gaza.

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Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha confermato in un discorso televisivo che le truppe israeliane sono entrate nella città di Gaza, senza fornire però maggiori informazioni sulle operazioni militari in corso. Ha detto che l'esercito israeliano ha ucciso «migliaia» di miliziani di Hamas, e che ha distrutto «innumerevoli» centri di comando, posizioni e tunnel del gruppo radicale palestinese: «Hamas sta scoprendo che stiamo raggiungendo luoghi che pensavano che non avremmo mai raggiunto».

Ha inoltre di nuovo chiesto alla popolazione della città di Gaza di spostarsi a sud, e ha confermato che non verrà concesso nessun cessate il fuoco finché Hamas non libererà tutti gli ostaggi e che Israele continuerà a non consentire a convogli che trasportino carburante di entrare nella Striscia di Gaza (Israele sostiene che il carburante potrebbe essere usato da Hamas per scopi militari).

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L'Autorita’ nazionale palestinese
"si assumera'  tutte le sue responsabilita' " per la
Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza nel quadro "di una soluzione politica globale". Lo ha detto il presidente Abu Mazen dopo il colloquio con Blinken, segretario di stato Usa. È un segnale evidente che anche lui capisce pericolo #Hamas. Dei resto Hamas a Gaza, appena salito al potere ha ucciso tutti i dirigenti di Al Farah.

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https://video.corriere.it/esteri/discorso-vicecancelliere-tedesco-habeck-la-sicurezza-israele-deriva-nostra-responsabilita-storica-nostro-obbligo/96676f6e-7a41-11ee-b53e-9ce47cd2f4d8
Il videomessaggio del ministro dell’Economia ed esponente dei verdi: «Qui non c'è spazio per l'antisemitismo»

CorriereTv

(LaPresse) Gli ebrei in Germania tornano ad avere paura, 80 anni dopo l'Olocausto. Lo ha raccontato il vicecancelliere, ministro dell’Economia ed esponente dei verdi Robert Habeck in un videomessaggio pubblicato su X. Un discorso lungo quasi 10 minuti in cui Habeck ricorda con chiarezza ai suoi connazionali, e non solo, il ruolo e le responsabilità che deve avere la Repubblica Federale tedesca nei confronti della comunità ebraica. Dice di aver visto antisemitismo nelle manifestazioni, nelle dichiarazioni, nell'attacco ai negozi di ebrei, nelle minacce e ribadisce: "Non c'è posto per l'intolleranza in Germania. Chi vive qui deve sapere che vive in base alle regole di questo Paese- dice il vicecancelliere -. La tolleranza non consente intolleranza qui. Questo è il fulcro della nostra convivenza nella Repubblica Federale Tedesca. Questo significa che bruciare bandiere di Israele è un reato, così come lo è elogiare il terrore di Hamas. (LaPresse)

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PARTE QUARTA
“Queste erano le case della gente dell’Israele prima del 1967, dell’Israele democratico, dell’Israele liberale – che vivevano in pacifici kibbutz o andavano a una festa in discoteca amante della vita”, mi ha osservato lo scrittore israeliano Ari Shavit. Per Hamas, “la semplice esistenza di Israele è una provocazione”, ha detto. Solo in un kibbutz, Be'eri , sono state uccise almeno 108 persone, compresi bambini.

Quindi, come può l’America aiutare al meglio Israele adesso, oltre a sostenere il suo diritto a proteggersi, come ha fatto con tanta forza il presidente Biden nel suo discorso di oggi? Penso che gli Stati Uniti debbano fare tre cose.

In primo luogo, spero che il presidente chieda a Israele di porsi questa domanda mentre valuta cosa fare dopo a Gaza: cosa vogliono che io faccia i miei peggiori nemici – e come posso fare esattamente il contrario?

Ciò che i peggiori nemici di Israele – Hamas e Iran – vogliono è che Israele invada Gaza e si invischi in un'espansione strategica che farebbe sembrare il coinvolgimento dell'America a Falluja una festa di compleanno per bambini. Stiamo parlando di combattimenti casa per casa che minerebbero qualunque simpatia Israele abbia raccolto sulla scena mondiale, distoglierebbero l’attenzione del mondo dal regime omicida di Teheran e costringerebbero Israele a estendere le sue forze per occupare permanentemente Gaza e la Cisgiordania.

Hamas e l'Iran non vogliono assolutamente che Israele si astenga dall'entrare a Gaza in modo molto profondo o prolungato.

Né Hamas vuole che gli Stati Uniti e Israele procedano invece il più rapidamente possibile con i negoziati per normalizzare le relazioni con l’Arabia Saudita come parte di un accordo che richiederebbe anche a Israele di fare concessioni reali all’Autorità Palestinese in Cisgiordania, che ha accettato Israele. nell’ambito degli accordi di pace di Oslo.

Ma affinché Israele faccia ciò che è più nel suo interesse, non in quello di Hamas e dell’Iran, probabilmente richiederà un amore molto duro tra Biden e Netanyahu. Non bisogna mai dimenticare che Netanyahu è sempre sembrato preferire avere a che fare con un Hamas incessantemente ostile a Israele piuttosto che con la sua rivale, la più moderata Autorità Palestinese – che Netanyahu ha fatto tutto il possibile per screditare, anche se l’Autorità Palestinese ha lavorato a lungo a stretto contatto con i servizi di sicurezza israeliani per mantenere la Cisgiordania tranquilla, e Netanyahu lo sa.
Netanyahu non ha mai voluto che il mondo credesse che ci siano “buoni palestinesi” pronti a vivere fianco a fianco con Israele in pace e a cercare di allevarli. Da anni ormai vorrebbe dire ai presidenti degli Stati Uniti: cosa volete da me? Non ho nessuno con cui parlare dalla parte palestinese.

È così che Israele ha raggiunto uno stadio in cui l’occupazione israeliana della Cisgiordania, sempre più costosa dal punto di vista morale e finanziario, non è stata nemmeno un problema nelle ultime cinque elezioni israeliane.

O come ha scritto domenica Chuck Freilich, ex vice consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, in un saggio su Haaretz: “Per un decennio e mezzo il Primo Ministro Netanyahu ha cercato di istituzionalizzare il divario tra Cisgiordania e Gaza, indebolire l’Autorità Palestinese, l’Autorità Palestinese, e condurre una cooperazione di fatto con Hamas, tutto finalizzato a dimostrare l’assenza di un partner palestinese e a garantire che non potesse esserci alcun processo di pace che avrebbe potuto richiedere un compromesso territoriale in Cisgiordania”.

Infine, spero che Biden stia dicendo a Netanyahu che l’America farà tutto il possibile per aiutare l’Israele democratico a difendersi dai fascisti teocratici di Hamas – e dai loro fratelli spirituali di Hezbollah in Libano, qualora dovessero entrare in battaglia.

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PARTE SECONDA
Ma avendo vissuto sia a Beirut che a Gerusalemme, sono rimasto colpito soprattutto da quella foto insolita, un’immagine che sapevo avrebbe scatenato reazioni emotive completamente diverse in entrambi i mondi.

È stata scattata dal team del ministro delle comunicazioni israeliano, Shlomo Karhi, che stava partecipando a una conferenza postale delle Nazioni Unite a Riyadh, mentre stavano conducendo un servizio di preghiera nella loro camera d'albergo per la festa ebraica di Sukkot. Uno di loro ha scattato una foto di un collega che indossava un tradizionale scialle da preghiera ebraico e uno yarmulke mentre teneva in mano un rotolo della Torah con lo skyline di Riyadh nella finestra sottostante.

Per gli ebrei israeliani, quell’immagine è un sogno che diventa realtà – la massima espressione dell’essere finalmente accettati in Medio Oriente, più di un secolo dopo l’inizio del movimento sionista per costruire un moderno stato democratico nella patria biblica del popolo ebraico. Poter pregare con una Torah in Arabia Saudita, culla dell'Islam e sede delle sue due città più sante, La Mecca e Medina, è un livello di accettazione che tocca l'anima di ogni ebreo israeliano.

Ma quella stessa foto accende una rabbia potente ed emotiva in molti palestinesi, in particolare in quelli affiliati ai Fratelli Musulmani islamici, tra cui Hamas e la Jihad islamica palestinese. Per loro, quel quadro è la piena espressione dell’obiettivo supremo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: dimostrare a tutti gli oppositori, anzi sbattergli il naso, che può fare la pace con tutti gli stati arabi – compresa l’Arabia Saudita – e non dobbiamo concedere un solo centimetro ai palestinesi.

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Vi proponiamo un interessante articolo del #nytimes. https://www.nytimes.com/2023/10/10/opinion/israel-hamas-.html
a seguire la traduzione in italiano

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https://lavocedinewyork.com/onu/2023/12/04/onu-cade-lomerta-sullorrore-delle-violenze-di-hamas-sulle-donne-israeliane/

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Un padre e due figli in mutande appena svegli cercano di fuggire. Il padre porta in braccio il più piccolo, vanno in un rifugio in giardino, e si vede un braccio che lancia una granata dentro la stanza blindata. Il padre si butta sulla granata, i bambini scappano di nuovo e tornano a casa urlando il nome del padre, uno dei due è ferito agli occhi. Quelli di Hamas se ne sono andati. So per averlo letto come finisce questa storia - i due fratelli sono poi riusciti a scappare e sono stati trovati vivi. Poi ci sono i ragazzi del rave, che piangono davanti al loro telefonino, e c’è la decapitazione. Due esempi per tutti: a terra ci sono due soldati uccisi, uno di loro ha la testa esplosa, all’altro la testa verrà tagliata da un civile volenteroso che sega a fatica l’osso del collo con un coltello e poi espone il bottino; anche di un’altra decapitazione è protagonista un civile: ci sono a terra due uomini uno dei quali, in mutande, è ancora vivo; arriva un civile gridando grazie ad Allah e chiede in una frenesia di urla «datemi qualcosa, datemi un coltello», gli danno una zappa e lui comincia a cercare di staccare quella testa con uno strumento che non taglia, mentre sotto di lui sobbalza a ogni colpo la vittima.

Ci sono tanti morti, trovati poi dai militari di Israele, un mare di sangue nelle case, a pozze, a strisce sul pavimento, di corpi sovrapposti immersi in questo rosso. Ci sono i corpi bruciati o semi bruciati. Ci sono i bambini uccisi: gli israeliani hanno coperto i buchi dei proiettili con nastro adesivo rosa - quelli in fronte sembrano dei fiocchi. Basta così. Al ventesimo minuto dei quaranta era impossibile continuare a guardare per la nausea. Eppure avevo evitato ogni cibo dalla mattina.

Ma forse il peggio non viene dalle immagini, ma dalle parole: i terroristi, quasi tutti giovani, che si scattano foto celebrando i morti dei nemici urlando la loro gioia, urlando a squarciagola in questo deserto; e la folla che a Gaza circonda con altrettanta gioia i camioncini che portano ostaggi mezzi vivi e mezzi morti. Infine, il grido di un giovane nella telefonata al padre. «Abu, tuo figlio è un eroe. Ho ucciso con queste mani 10 israeliani. Con le mie mani, Abu», e il padre lo benedice, e il ragazzo chiede della madre e ripete «Sono un eroe madre», e nel sottofondo una voce, ma non si capisce se sia del padre o della madre, risponde «Uccidi, uccidi, uccidi».

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L'IDF ha detto che i soldati hanno sparato e ucciso un uomo che si era avvicinato a loro con un coltello vicino alla città della Cisgiordania. ■ L'IDF ha informato la famiglia di Ron Binyamin , scomparso dal 7 ottobre, che è stato rapito e che è detenuto a Gaza. Boaz Zalmanovich, il cui padre Arye , 86 anni, è stato dichiarato morto mentre era prigioniero di Hamas, ha detto ad Haaretz che la sua morte è stata causata dalla mancanza di cure mediche. ■ Dopo due mesi di ritardo e una diffusa condanna, UN Women ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l'uso della violenza sessuale da parte di Hamas durante l'attacco del 7 ottobre. ■ In un'intervista alla CNN, il capo del partito della Lista Araba Unita Mansour Abbas ha affermato che i gruppi militanti palestinesi devono disarmarsi e lavorare con l'Autorità Palestinese per avanzare verso uno Stato palestinese che potrebbe esistere accanto allo Stato di Israele.

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Ecco cosa devi sapere a 57 giorni dall'inizio della guerra

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Mentre il mondo si concentra sui molti modi in cui la guerra tra Israele e Hamas sta rimodellando la geopolitica del Medio Oriente, le potenze occidentali si confrontano anche con il suo impatto sulle loro società e sulla politica interna. La preoccupazione non riguarda solo un’immediata ricaduta regionale, ma anche le ripercussioni a Parigi, Berlino, Londra e oltre.

Considerate le storie tortuose di Francia e Germania, il crescente antisemitismo in entrambi i paesi è particolarmente preoccupante sulla scia del massacro di Hamas del 7 ottobre in Israele e della guerra di ritorsione del governo israeliano. In Francia, che ha le più grandi comunità ebraiche e musulmane in Europa, gli eventi potrebbero potenzialmente mettere due minoranze – entrambe le quali hanno motivo di sentirsi sistematicamente e storicamente vittime e perseguitate – l’una contro l’altra. In Germania il peso della seconda guerra mondiale non ha bisogno di spiegazioni.

I leader di entrambe le nazioni hanno affrontato l’inaccettabile aumento degli atti antisemiti. Il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, ha registrato una dichiarazione video diretta e inflessibile di 10 minuti . Ha ipotizzato che la sicurezza di Israele fosse una parte dello Staatsräson tedesco , sottolineando una responsabilità che era sia collettiva che profondamente individuale per ogni persona in Germania. Habeck ha ricordato ai tedeschi – tre volte – che l’Olocausto è avvenuto a memoria d’uomo. Si trattava di un avvertimento affinché questi eventi non dovessero scivolare nella nebulosità del tempo storico, ma rimanere reali e presenti.

In Francia, Emmanuel Macron ha lanciato un avvertimento simile , ma ha scelto di farlo nella più prestigiosa loggia massonica francese, Le Grand Orient de France, nota per il suo anticlericalismo e la devozione alla ragione e ai valori dell'Illuminismo. Questo è un luogo di puro intellettualismo, idee e retorica, disconnesso da forme di appartenenza incarnate. Quando finalmente venne menzionata la parola “ebreo” fu per sottolineare che “perseguitare un ebreo è sempre una forma di persecuzione contro la repubblica”. Questo era il contrario del tentativo di Habeck di avvicinare gli ascoltatori all'esperienza umana: Macron parlava della persecuzione come di un'astrazione.

La vergogna condivisa che sta suscitando questi diversi avvertimenti rivela i punti ciechi e i rendimenti decrescenti di tali appelli oggi. Forse soprattutto rivela le crisi di identità che affliggono i paesi più potenti dell’UE. C'è un paradosso in tutto questo. La scelta di Habeck delle parole più semplici e dirette trasmetteva autorità e onestà. Ma è servito anche a evidenziare che queste parole non possono più funzionare da sole senza una nuova storia nazionale in cui la Germania si riproponga come un diverso tipo di successo – lontana sia dall’incubo dell’Olocausto sia dalla pace mercantilista che ha sostenuto il paese. paese attraverso la guerra fredda e la riunificazione, ma ora si sente logoro.

La narrativa di Macron, nel frattempo, mostra i limiti della narrazione quando non è disposta ad affrontare le dure verità. Dove ad Habeck manca una storia, a Macron manca la verità. E nessuno dei due paesi può andare avanti: la Germania perché è intrappolata nelle verità del passato, e la Francia perché rifiuta di riconoscerle attenendosi a una storia sempre più vuota.In questo contesto è difficile che emergano nuove narrazioni convincenti – narrazioni che incorporino il passato ma consentano anche la creazione di nuove identità nazionali. Con una guerra che infuria nella stessa Europa e la rinascita dei partiti di estrema destra nelle democrazie del continente, tali “fallimenti identitari” minacciano la coesione e la capacità dell’UE. (dal The Guardian di oggi)

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Il kibbutz degli italiani, al confine con il Libano. https://fb.watch/omWZAplc1q/

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https://www.corriere.it/esteri/israele-ostaggi-hamas/index.shtml

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https://www.rainews.it/articoli/2023/11/ricercato-per-terrorismo-in-algeria-preso-in-metro-a-milano-ai-poliziotti-ha-gridato-allah-akbar-e38532fc-f435-4deb-8ca3-950f2d62935d.html

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In questo momento, a Roma, in Campidoglio, 30 giorni dopo la strage, si ricordano i 340 ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

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Oggi pomeriggio il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha pronunciato il suo primo discorso pubblico dall’inizio del conflitto tra Hamas e Israele. In molte città, da Beirut a Damasco, da Sana’a a Baghdad, sono state organizzati momenti pubblici di ascolto del discorso del leader libanese.
Al netto delle note posizioni roboanti, (e con l'incredibile accusa ad Israele di aver orchestrato il massacro del 7 aprile facendo ricadere la colpa su Hamas), la posizione di Hebollah, venuta dopo un discorso durato più di un'ora è la seguente:
Nasrallah ha chiesto il "cessate il fuoco" e ha dichiarato che la liberazione degli ostaggi deve avvenire attraverso una soluzione diplomatica.
Insomma, almeno per il momento, il leader libanese non ha nessuna intenzione di entrare in guerra contro Israele, ben conoscendo la situazione del Libano, già ampiamente provato da una crisi economica senza uguali, e anche perché l'estendersi del conflitto potrebbe rapidamente portarlo a una crisi interna e in una lotta per il potere.
E' possibile che il movimento terrorista di Hamas stia per essere abbandonato al suo destino?

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ULTIMA PARTE
Ma la parte del patto di Netanyahu è che deve riconnettersi con l’Israele liberale e democratico, così che il mondo e la regione la vedano non come una guerra religiosa ma come una guerra tra il fronte della democrazia e il fronte della teocrazia. Ciò significa che Netanyahu deve cambiare il suo gabinetto, espellere i fanatici religiosi e creare un governo di unità nazionale con Benny Gantz e Yair Lapid.

Sfortunatamente, Netanyahu sta ancora dando priorità alla sua coalizione di fanatici, di cui ha bisogno per proteggerlo dal processo per corruzione e per completare il suo colpo di stato giudiziario che neutralizzerebbe la Corte Suprema di Israele. E' davvero incasinato.

Ed è una ragione molto importante per cui Israele è stato colto di sorpresa. Netanyahu era così legato a questo programma personale che era pronto a dividere la società israeliana come mai prima d’ora – e a frammentare il suo stesso esercito e l’aeronautica nel processo – per ottenere il controllo dei tribunali.

Vi prometto che se e quando ci sarà un'inchiesta su come l'esercito israeliano abbia potuto ignorare l'intensificazione di Hamas, gli investigatori scopriranno che i vertici dell'esercito israeliano hanno dovuto dedicare così tanto tempo a impedire ai piloti dell'aeronautica e agli ufficiali di riserva di boicottare il loro servizio. per protestare contro il colpo di stato giudiziario di Netanyahu – per non parlare del tempo, dell’attenzione e delle risorse che hanno dovuto dedicare per impedire ai coloni estremisti e ai fanatici religiosi di fare cose folli a Gerusalemme e in Cisgiordania – che hanno distolto gli occhi dalla palla.

L’America non può proteggere Israele nel lungo termine dalle minacce reali che deve affrontare a meno che Israele non abbia un governo che rifletta il meglio, non il peggio, della sua società, e a meno che quel governo non sia pronto a cercare di stringere compromessi con i migliori, non con i peggiori. peggio, della società palestinese.
#nytimes

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PARTE TERZA
Per quanto riguarda la diplomazia, questa è stata la missione della vita di Netanyahu: dimostrare a tutti che Israele può avere la sua torta – l’accettazione da parte di tutti gli stati arabi circostanti – e mangiare anche il territorio palestinese.

Non ho idea se la leadership di Hamas abbia visto questo particolare quadro, ma sono pienamente consapevoli dell’evoluzione in corso che esso riflette. Credo che uno dei motivi per cui Hamas non solo ha lanciato questo attacco ora – ma sembra anche aver ordinato che fosse il più omicida possibile – fosse quello di innescare una reazione eccessiva da parte di Israele, come un’invasione della Striscia di Gaza, che avrebbe portato a massicce vittime civili palestinesi e in questo In questo modo costringono l’Arabia Saudita a ritirarsi dall’accordo mediato dagli Stati Uniti ora in discussione per promuovere la normalizzazione tra Riyadh e lo Stato ebraico. Oltre a costringere Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco, che facevano parte degli Accordi di Abraham prodotti dall’amministrazione Trump, a fare un passo indietro rispetto a Israele.

L'essenza del messaggio di Hamas a Netanyahu e alla sua coalizione di estrema destra composta da suprematisti ebrei e ultra-ortodossi è questa: qui non vi sentirete mai a casa vostra, non importa quanta terra vi venderanno i nostri fratelli arabi del Golfo. Vi costringeremo a perdere la testa e a fare cose pazze a Gaza che costringono gli stati arabi a evitarvi.

Fate attenzione: Hamas non ha inviato agenti nella Cisgiordania occupata da Israele (e ce n’è in abbondanza) per attaccare gli insediamenti ebraici. Ha concentrato il suo attacco sui villaggi israeliani e sui kibbutz che non facevano parte della Cisgiordania occupata da Israele.

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L'articolo è di Thomas Friedman:
PARTE PRIMA
"Mi occupo di questo conflitto da quasi 50 anni, e ho visto israeliani e palestinesi farsi reciprocamente un sacco di cose orribili: attentatori suicidi palestinesi far saltare in aria discoteche e autobus israeliani; Aerei da combattimento israeliani colpiscono i quartieri di Gaza che ospitano combattenti di Hamas, ma causano anche massicce vittime civili. Ma non ho visto qualcosa di simile a quello che è successo lo scorso fine settimana: singoli combattenti di Hamas hanno radunato uomini, donne e bambini israeliani, guardandoli negli occhi, uccidendoli e, in un caso, facendo sfilare una donna nuda per Gaza al grido di " Allahu akbar.”

L’ultima volta che ho assistito a un simile livello di barbarie dal vivo è stato il massacro di uomini, donne e bambini palestinesi da parte dei miliziani cristiani nei campi profughi di Sabra e Shatila a Beirut nel 1982, dove la prima vittima che ho incontrato è stata un uomo anziano con una barba bianca e un foro di proiettile nella tempia.

Anche se non mi faccio illusioni sull'impegno di lunga data di Hamas per la distruzione dello Stato ebraico, oggi mi chiedo comunque: da dove viene questo impulso simile a quello dell'Isis per l'omicidio di massa come obiettivo primario? Non la conquista del territorio, ma un semplice omicidio? C’è qualcosa di nuovo qui che è importante capire.

Dato che non posso intervistare la leadership di Hamas, sto attingendo alla mia esperienza nella regione, ed ecco come la vedo.

Anche se questa operazione è stata sicuramente pianificata dai leader di Hamas mesi fa, penso che le sue origini emotive possano essere spiegate in parte da una fotografia apparsa sulla stampa israeliana il 3 ottobre. Alcuni ministri del governo israeliano si erano recati a Riad, in Arabia Saudita, per motivi di sicurezza. la loro prima visita ufficiale in assoluto, per partecipare a conferenze internazionali tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, e ha ricevuto molta copertura dalla stampa israeliana."

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Il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l'Egitto è stato aperto per il secondo giorno per consentire l'evacuazione di alcuni palestinesi feriti che necessitano di cure ospedaliere e di titolari di passaporto straniero. I cittadini britannici sono riusciti a lasciare Gaza oggi, ha confermato il Ministero degli Esteri britannico. Gli Stati Uniti sono riusciti a far uscire da Gaza 74 cittadini con doppia cittadinanza, ha detto Joe Biden . Un totale di 400 titolari di passaporto straniero e 60 palestinesi gravemente feriti sarebbero dovuti attraversare entro questa sera, ha detto un portavoce del lato palestinese del valico. Resta la tragedia dei profughi che non nessuno vuole accogliere. L'Egitto nel pomeriggio, ha fatto sapere che non ci saranno eccezioni. Nessun gazano potrà mettersi in salvo in Egitto.

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