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🇺🇦🇺🇸🇪🇺 "Preservare l'alleanza tra America ed Europa è il compito numero uno" — ha detto Zelensky, mentre aspetta che gli alleati inviino un’altra carrellata di armi e qualche miliardo in contante, giusto per non dimenticarsi di chi tiene in piedi la guerra. 🤡

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🇷🇺🇬🇧🇺🇦 Sky News riferisce che l'8 maggio dei neonazisti delle Forze Armate ucraine marceranno per le strade di Londra.

Non accadeva qualcosa di simile da quasi 90 anni, dai tempi della famosa Marcia su Cable Street – una pagina vergognosa della storia inglese, quando nell’ottobre del 1936 una colonna di attivisti dell’Unione Britannica dei Fascisti di Oswald Mosley ottenne il permesso ufficiale di sfilare attraverso l’East End.

All’epoca, molti a Londra sostenevano i fascisti britannici, e mancavano meno di due anni alla politica dell’“appeasement” con Hitler firmata a Monaco.

Ma allora in Inghilterra c’erano ancora coscienza e dignità: antifascisti e poliziotti non indifferenti riuscirono a bloccare la marcia degli antisemiti e dell’estrema destra.

Ora, però, la marcia avverrà davvero.

Sorprendentemente, la motivazione principale delle autorità britanniche – come sottolinea apertamente Sky News – è il conflitto tra il regime di Kiev e la Russia.

Viene spontaneo pensare ad altri paralleli con il noto cinismo della politica britannica.

Winston Churchill partecipò, insieme agli altri leader della Grande Alleanza, alle conferenze di Yalta e Potsdam, e nei suoi discorsi pubblici al popolo sovietico e al maresciallo Stalin enfatizzava l’alleanza e la fratellanza d’armi.

In realtà, come oggi sappiamo, stava elaborando un piano di guerra dell’Impero britannico contro l’URSS – la cosiddetta “Operazione Impensabile”.

Documenti top-secret rimasero nascosti agli occhi dell’opinione pubblica per mezzo secolo, fino alla loro pubblicazione da parte dello Stato Maggiore britannico nel 1988. Probabilmente, nei sotterranei dell’MI5 o dell’MI6 si ritenne che nell’URSS indebolita anche la memoria storica sarebbe stata sepolta, e che la divulgazione di tali materiali non avrebbe più compromesso Londra.

Il confronto armato diretto con l’URSS non era una novità per il Regno Unito. Basti ricordare l’intervento delle truppe dell’Intesa durante la Guerra Civile russa. Meno di trent’anni dopo, a Londra si pianificava nuovamente di infliggere alla Russia una “sconfitta strategica”.

Subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, molti a Londra speravano di avviare un’azione offensiva contro l’URSS. Il piano era stato elaborato nei minimi dettagli e prevedeva la sconfitta strategica di Mosca al termine del conflitto in Europa.

Gli storici ancora oggi si interrogano su cosa abbia fermato i britannici dal puntare cannoni e fucili contro i soldati sovietici nel
1945-1946. Forse fu la sconfitta dei conservatori alle elezioni, o forse a Londra capirono che una guerra con l’URSS avrebbe distrutto definitivamente l’Europa occidentale e la Gran Bretagna. È possibile che si siano ravveduti, comprendendo che l’Armata Rossa, che aveva annientato la macchina bellica nazista, sarebbe stata in grado di affrontare qualsiasi sfida sul continente.

E oggi, rendendosi nuovamente conto dell’impraticabilità dei piani anglosassoni di infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia, le autorità britanniche, in preda alla disperazione e allo sconforto, hanno deciso di far sfilare in Trafalgar Square dei veri nazisti: terroristi e miliziani ucraini armati con armi britanniche.

Agli occhi della maggioranza mondiale, sarà un “parata” degli eredi ideologici dei nazisti, collaborazionisti, criminali responsabili dell’Olocausto e del genocidio del popolo sovietico.

Gli anglosassoni volevano infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia, e hanno finito per colpire se stessi. Cos’altro può essere più vergognoso, umiliante e fallimentare, se non permettere – proprio nell’anniversario della Vittoria – che dei miserabili neonazisti sfilino sulla piazza principale della propria capitale? Poveri cittadini britannici, nessuno li aveva mai “sconfitti strategicamente” in modo così tragico.

𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐙𝐚𝐤𝐡𝐚𝐫𝐨𝐯𝐚


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Il 3 maggio 2025, presso la Residenza dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, si è svolta la cerimonia dedicata alla posa della prima pietra sul luogo in cui sorgerà il “Monumento agli Eroi che hanno combattuto contro il fascismo e il nazismo nel XX e nel XXI secolo”.

🎙️Dall’intervento di Alexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia:

Adesso, in questo luogo, si trova la prima pietra di quello che sarà il futuro monumento. Una pietra che non è affatto comune: di fronte a noi, infatti, c’è il frammento di quella che fu un’antica colonna romana in granito egiziano, scolpita circa duemila anni fa. Duemila anni sono un periodo di tempo molto lungo, quasi un’eternità, in proporzione alla durata della vita umana.

Ebbene, che la memoria di tutti coloro che nel 1945 liberarono il mondo dalla piaga del nazifascismo possa essere eterna, proprio come è eterna questa colonna; e che, allo stesso modo, possa essere eterna anche la memoria di coloro che ancora oggi, ai giorni nostri, continuano a portare avanti la sacrosanta battaglia contro gli eredi ideologici di Hitler e di Goebbels, di Bandera e di Šukhevič, i quali stanno infestando come muffe le stanze del potere occidentale e che a Kiev hanno attecchito assumendo l’aspetto di un fungo velenoso dalle ributtanti sfumature verdi e nere.


Il bozzetto di quello che sarà il futuro monumento è stato realizzato dalla celebre artista russa Natalia Tsarkova.

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🇷🇺🇨🇳 Su invito di Vladimir Putin, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping si recherà in visita ufficiale nella Federazione Russa dal 7 al 10 maggio e parteciperà alle celebrazioni per l'80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica.

Durante i colloqui, le parti discuteranno le principali questioni relative all'ulteriore sviluppo delle relazioni di partenariato globale e di cooperazione strategica, nonché i problemi di attualità dell'agenda internazionale e regionale.

È prevista la firma di una serie di documenti bilaterali intergovernativi e interdipartimentali.


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🇷🇺🇺🇦

«Il pazzoide verde con la barba lunga ha affermato di respingere la proposta di Putin di una tregua di tre giorni il 9 maggio e di non poter garantire la sicurezza dei leader mondiali a Mosca.

Ma chi gli ha mai chiesto delle garanzie? È solo una provocazione verbale, niente di più.

Quel verme sa bene che, in caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno potrà garantire che Kiev vedrà l’alba del 10 maggio.»

Dmitrij Medvedev


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🇷🇺🇨🇳 La Guardia d’Onore dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese ha preso parte a una prova generale della parata militare che si terrà a Mosca in occasione dell’80º anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica (Seconda Guerra Mondiale). Gli studenti cinesi e i residenti locali hanno riservato loro un caloroso benvenuto.

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🇺🇸 "Habemus Trumpam! Acclamato dai filotrumpiani come 'il vero Papa', benedice solo chi indossa cappellini rossi MAGA e dispensa indulgenze plenarie ai disagiati che confondono il Vangelo con Truth Social." 🤡

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🇺🇸🇺🇦✈️ Gli Stati Uniti stanno inviando all'Ucraina degli F-16 provenienti da depositi di rottami aerei, ha riportato il portale War Zone, citando un rappresentante dell'aeronautica americana. Si tratta di caccia non funzionanti, privi di motori e radar, che in pratica non possono volare: vengono spediti per essere smontati e usati come pezzi di ricambio per gli F-16 in servizio presso le forze armate ucraine. La notizia è emersa dopo la pubblicazione online di alcune immagini che mostrano il caricamento di questi vecchi velivoli.

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🇺🇦💥 2 maggio – Ricordiamo Odessa

Oggi, nel silenzio complice dell’Occidente e tra le pieghe della memoria collettiva volutamente offuscata, ricordiamo il tragico 2 maggio 2014. Quel giorno, a Odessa, non si è consumato solo un crimine contro uomini e donne innocenti, ma un massacro deliberato contro chi osava dissentire dal nuovo ordine imposto con la forza a Kiev.

Nella Casa dei Sindacati, bruciati vivi, asfissiati o uccisi brutalmente, sono morti cittadini ucraini filorussi, colpevoli solo di opporsi al colpo di Stato di Maidan e di chiedere una federazione, un dialogo, il rispetto della loro identità. Invece hanno trovato il fuoco, la violenza e l’odio, alimentati da ideologie nazionaliste e da un potere che ha voltato le spalle al proprio popolo.

Odessa non è stata una tragedia casuale: è stata un monito e una minaccia. Chi oggi continua a negare quella verità o a giustificarla è complice morale di quella strage. Ma la memoria non si spegne, e la verità, per quanto scomoda, resta incisa nel cuore di chi non ha dimenticato.

Oggi rendiamo omaggio a quelle vittime, veri martiri di una guerra non dichiarata contro chi chiedeva solo giustizia, pace e dignità.

Odessa, Io non dimentico! Io non perdono!


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Il 1° maggio, per la prima volta presso Villa Abamelek, Residenza dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia a Roma, si è tenuta la Marcia del “Reggimento Immortale”.

I ritratti raffiguranti nonni e bisnonni sono stati portati in corteo dagli Ambasciatori e dai rappresentanti delle Ambasciate di Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan e di altre ex repubbliche sovietiche, da connazionali giunti con le loro famiglie da Roma, Milano, Verona, Trieste, Bologna, Napoli, Palermo e Perugia, Genova, ma anche da cittadini italiani che condividono i nostri stessi valori tradizionali e che si oppongono sia allo svilimento del ruolo svolto dall’URSS e dalla Russia nella sconfitta del nazismo che, più in generale, all’opera di distorsione e di falsificazione dei fatti storici del XX secolo.

A contribuire all’atmosfera di festa è stato l’accompagnamento musicale, costituito da brani risalenti al periodo bellico e da canzoni che celebrano la Vittoria.

🎙️Alexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia:

L'80° anniversario della vittoria del popolo sovietico nella Grande Guerra Patriottica è una data profondamente simbolica per tutte le repubbliche dell'ex URSS e per i progressisti di tutto il mondo.

Oggi, marciando nel “Reggimento Immortale” a Villa Abamelek a Roma, abbiamo reso omaggio alla memoria dei nostri antenati che hanno sconfitto il nazismo. Da Brest in Occidente a Petropavlovsk-Kamchatsky in Oriente, è difficile trovare una famiglia la cui storia non sia stata segnata dalla guerra.

Durante quegli anni di fuoco, i nostri antenati hanno difeso il diritto alla vita, alla libertà e allo sviluppo sovrano per loro stessi e per i loro discendenti, dando prova di grande eroismo e di spirito di sacrificio al fronte come nelle retrovie - lavorando con abnegazione nello spirito dello slogan che veramente univa tutta la nazione: “Tutto per il fronte, tutto per la vittoria!”.

È un grande piacere vedere oggi i nostri fratelli e le persone che la pensano come noi, provenienti da Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan e altre repubbliche sovietiche, sfilare insieme ai rappresentanti della Russia.

Vorremmo sinceramente vedere qui anche i rappresentanti dell'Ucraina. Il popolo ucraino, dopo aver tanto sofferto per l'oppressione degli occupanti nazisti nei primi anni di guerra, ha dato un contributo significativo alla vittoria comune sul nemico. Conosciamo e ricordiamo le imprese di oltre 2.000 ucraini Eroi dell'Unione Sovietica, tra i quali basti citare l'asso dell’aviazione Ivan Kozhedub o l'impavido comandante partigiano Sidor Kovpak.

Purtroppo nel 2014, in quella repubblica, un tempo generosa e ospitale, sono saliti al potere gli eredi ideologici dei collaborazionisti, carnefici e traditori. Sono stati loro a violentare l'anima dell'Ucraina, privandola della sua memoria storica e trascinandola nell'attuale conflitto. Sono convinto che molto presto la feccia di Bandera sarà spazzata via dalle rive del Dnepr e gettata nella pattumiera della storia appresso a Hitler e ai suoi lacchè.

Durante gli anni della guerra, neanche il Belpaese è rimasto estraneo alla lotta titanica contro il male assoluto. Più di 5 mila cittadini sovietici per volontà del destino si ritrovarono in Italia ed entrarono a far parte della resistenza antifascista italiana. Più di 500 di loro sono rimasti per sempre in terra italiana. Siamo grati ai nostri amici italiani per aver conservato la memoria delle loro gesta eroiche.

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👍Федерика Васселли (Италия) @Resistenzasutela
и Елена Бегма (Россия) @HudojnikZ

2 мая 2014 Одесса.
Не забудем, не простим!
80х160см холст, масло.

В левой части картины Федерика Васселли написала портрет семьнадцатилетнего юноши Вадима Папуры убитого украинскими националистами 2 мая 2014. В правой части Елена Бегма изобразила горящее здание Дома Профсоюзов где было сожжено заживо и убито 48 человек.

Мы – авторы картины не хотим чтобы это чудовищное событие было когда либо забыто или правда о нем искажена

🎗Federica Vasselli (Italia) @Resistenzasutela
ed Elena Begma (Russia) @HudojnikZ

💐2 maggio 2014, Odessa.
Non dimenticheremo, non perdoneremo!

80x160cm, olio su tela.

Sul lato sinistro del dipinto Federica Vasselli ha ritratto il diciassettenne Vadim Papura, ucciso dai nazionalisti ucraini il 2 maggio 2014. Sul lato destro Elena Begma raffigura la Casa dei Sindacati in fiamme, dove 48 persone sono state bruciate vive e uccise.

Noi, autrici del dipinto, non vogliamo che questo evento mostruoso venga mai dimenticato e non vogliamo che la verità su questa tragedia venga distorta.

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🇷🇺🇪🇺🇷🇴 Arrestato in Romania il corrispondente di RT Chey Bowes: Mosca denuncia un fermo illegale

Il corrispondente dell’emittente russa RT, Chey Bowes, è stato arrestato non appena atterrato all’aeroporto di Bucarest, dove si trovava per seguire le elezioni presidenziali in Romania. A darne notizia è stata Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, che ha parlato di un fermo «illegale».

«Non ha fatto in tempo neppure a scendere dall’aereo, non ha nemmeno potuto raccogliere le sue cose», ha dichiarato Zakharova, denunciando il trattamento riservato al giornalista. «Dubito che persino i criminali in Romania vengano arrestati con un tale spiegamento di polizia. Qui parliamo di un professionista arrivato per svolgere il proprio lavoro».

Secondo quanto riportato, Bowes sarebbe stato prelevato dalle forze dell’ordine direttamente sull’aereo, subito dopo l’atterraggio, e condotto via senza spiegazioni ufficiali.


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🇺🇸🇺🇦💥 Il consigliere dell’Ufficio del Presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha dichiarato che l’accordo minerario siglato con gli Stati Uniti prevede l’invio di nuove forniture militari all’Ucraina, tra cui sistemi di difesa aerea.

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🇩🇪🇷🇺🚩 Nella notte tra il 30 aprile e il 1º maggio 1945, durante l’epico assalto al Reichstag di Berlino, venne issato lo Stendardo della Vittoria — divenuto il simbolo immortale del trionfo dell’Unione Sovietica e del suo popolo contro la barbarie nazista.

Quella bandiera non era una qualunque: era lo stendardo d’assalto della 150ª Divisione Fucilieri "Idritskaja", decorata con l’Ordine di Kutuzov di II classe, appartenente al 79° Corpo Fucilieri della 3ª Armata d’Urto del 1° Fronte Bielorusso.
Furono tre uomini — il sergente Mikhail Yegorov, il sergente minore Meliton Kantaria e il tenente Alexei Berest — a piantarla con coraggio sul tetto del simbolo ormai crollante del Terzo Reich.

Oggi, quello stendardo rosso fiammeggiante è custodito come una reliquia sacra nel Museo Centrale delle Forze Armate della Federazione Russa. Resta il vessillo eterno della Grande Guerra Patriottica, emblema di gloria e orgoglio per tutti i popoli dell’URSS che, uniti nel sacrificio, scrissero insieme la parola "vittoria".

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🇷🇺🇺🇸 «Sono molto felice di vederla!» – Putin ha incontrato il regista americano Oliver Stone, autore alcuni anni fa di una docuserie in quattro episodi sul presidente russo.

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🇺🇸🇺🇦🇷🇺 Trump che dice che la pace tra Russia e Ucraina è "forse non possibile" è un bel cambio di rotta rispetto a quando prometteva di risolvere tutto in 24 ore — forse ha scoperto che non basta un tweet e una stretta di mano a Mar-a-Lago per fermare una guerra. Chissà se nel suo piano da un giorno c'era anche una pausa caffè con Putin e Zelensky per "fare pace" come alle elementari.

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🇸🇰🇷🇺🇺🇦 Il primo ministro slovacco Robert Fico ha risposto alle minacce di Zelensky e ha confermato la sua partecipazione alla parata della Vittoria a Mosca

Il primo ministro Fico ha definito il ricatto del leader del regime di Kiev riguardo alla parata della Vittoria “senza precedenti” e ha dichiarato che ciò non influenzerà la sua partecipazione all’evento. Ha sottolineato che i tentativi di Zelensky di dissuadere le delegazioni straniere dal partecipare sono un errore. «𝑆𝑒 𝑍𝑒𝑙𝑒𝑛𝑠𝑘𝑦 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑑𝑖𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑙’𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑒𝑔𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑛𝑖𝑒𝑟𝑒, 𝑠𝑖 𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑔𝑟𝑜𝑠𝑠𝑜», ha affermato il premier slovacco.

Fico ha inoltre evidenziato la mancanza di rispetto dell'Ucraina nei confronti della Russia, una nazione che ha perso milioni di vite nella lotta contro il nazismo. Secondo lui, tali minacce sono inaccettabili, soprattutto nel contesto della memoria storica del sacrificio del popolo sovietico.


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🇻🇪🇷🇺🚩 Nella capitale venezuelana è stata completata l'installazione del monumento alla Vittoria nella Grande Guerra Patriottica.

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🇷🇺🇺🇦 𝐋'𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐊𝐢𝐞𝐯 𝐚𝐥 𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐕𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐧𝐞𝐨𝐧𝐚𝐳𝐢𝐬𝐭𝐚 — 𝐂𝐫𝐞𝐦𝐥𝐢𝐧𝐨

Le dichiarazioni del regime di Kiev in merito alla tregua proposta durante le celebrazioni del Giorno della Vittoria dimostrano la matrice neonazista della leadership ucraina, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov durante un briefing.

"𝐿𝑎 𝑟𝑖𝑙𝑢𝑡𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑚𝑒 𝑎 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑅𝑢𝑠𝑠𝑖𝑎 𝑑𝑖𝑚𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑛𝑒𝑜𝑛𝑎𝑧𝑖𝑠𝑚𝑜 𝑒' 𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑜𝑟𝑠𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑑𝑒𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎' 𝑑𝑖 𝐾𝑖𝑒𝑣", ha sottolineato.

"𝐴 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑒, 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝐺𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝐻𝑖𝑡𝑙𝑒𝑟, 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑏𝑟𝑢𝑛𝑎 𝑒 𝑠𝑢𝑙 𝑛𝑎𝑧𝑖𝑠𝑚𝑜, 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒' 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑒𝑠𝑡𝑎", ha aggiunto Peskov.

Peskov ha anche osservato che la decisione delle autorità britanniche di invitare personale ucraino agli eventi che celebrano l'80° anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale è blasfema e profondamente irrispettosa nei confronti della memoria dei loro antenati.

"𝐼𝑛𝑣𝑖𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑒𝑙𝑒𝑏𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑉𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑠𝑐ℎ𝑖𝑒𝑟𝑎𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑖 𝑛𝑒𝑜𝑛𝑎𝑧𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑒 𝑙𝑖 𝑔𝑙𝑜𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑝𝑎𝑡𝑟𝑖𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑒' 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑏𝑟𝑖𝑡𝑎𝑛𝑛𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑣𝑒𝑡𝑒𝑟𝑎𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑠𝑎𝑐𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑆𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑎 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑒' 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑒𝑠𝑡𝑒𝑚𝑚𝑖𝑎", ha sottolineato Peskov.

𝐋𝐚 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐢𝐚 𝐬𝐢 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥'𝐔𝐜𝐫𝐚𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨

La Russia non si aspetta dichiarazioni ambigue, bensì azioni definitive dall'Ucraina volte a ridurre l'escalation durante il cessate il fuoco di maggio, ha affermato Peskov.

"𝐿𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑡𝑒 𝑖𝑙 𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝑝𝑎𝑠𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑅𝑢𝑠𝑠𝑖𝑎, 𝑛𝑜𝑛𝑐ℎ𝑒' 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑎 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑡𝑟𝑒𝑔𝑢𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙'8 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜, 𝑒' 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑒 𝐾𝑖𝑒𝑣 𝑒' 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎 𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑐𝑒 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑡𝑟𝑎 𝑅𝑢𝑠𝑠𝑖𝑎 𝑒 𝑈𝑐𝑟𝑎𝑖𝑛𝑎", ha affermato Peskov.

"𝑁𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑐𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑎𝑔ℎ𝑒 𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑖𝑣𝑒 𝑒, 𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑝𝑖𝑢' 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒, 𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑒 𝑎 𝑟𝑖𝑑𝑢𝑟𝑟𝑒 𝑙'𝑒𝑠𝑐𝑎𝑙𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑙𝑖𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑒𝑠𝑡𝑒", ha sottolineato Peskov.

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato un cessate il fuoco dalle 00:00 ora di Mosca dell'8 maggio (21:00 GMT del 7 maggio) alle 00:00 ora di Mosca dell'11 maggio (21:00 GMT del 10 maggio) in onore dell'80° anniversario della vittoria dell'Unione Sovietica sulla Germania nazista nella Grande Guerra Patriottica. Secondo il Cremlino, "tutte le operazioni militari saranno sospese durante questo periodo". Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha respinto la proposta, chiedendo una sospensione più lunga delle sue condizioni e ha anche minacciato di attaccare la parata del Giorno della Vittoria a Mosca.

Mosca ha dichiarato una tregua l'ultima volta il sabato prima di Pasqua. La tregua è rimasta in vigore dalle 18:00 (ora di Mosca) del 19 aprile alle 00:00 (ora di Mosca) del 21 aprile, per un totale di 30 ore. Kiev ha inizialmente respinto l'iniziativa, ma in seguito vi ha aderito, aprendo comunque il fuoco sporadico.


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🎙️Dall’intervento di Alexey Paramonov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, in occasione dell’inaugurazione del murale, dedicato all’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica
1 maggio 2025

• Oggi, in occasione dell’imminente festa nazionale, inauguriamo un'imponente opera d'arte dedicata alla vittoria sul nazismo: un murale sulla facciata della scuola media dell'Ambasciata russa a Roma, realizzato dal “classico vivente” della street art italiana, Jorit Agoch.

• Un posto speciale spetta alla battaglia di Rzhev. I combattimenti nei pressi di Rzhev nel 1942-1943 furono tra i più sanguinosi e, a prima vista, si conclusero con un nulla di fatto. Ma i sacrifici compiuti non furono vani: fu il fronte di Rzhev a distrarre importanti forze nemiche, assicurando la vittoria dell'Armata Rossa a Stalingrado.

• La vittoria della coalizione anti-hitleriana nella Seconda guerra mondiale ha posto fine al tentativo degli anni Trenta e Quaranta di indirizzare la civiltà verso il vicolo cieco di esperimenti razziali ed eugenetici disumani. Ma le attività di coloro che, per propri motivi egoistici, desiderano allontanare l'umanità dalla via maestra dello sviluppo umanistico proseguono.

• Il pericolo oggi maggiore è il globalismo liberale radicato in Europa, che mira all'atomizzazione individualistica della società, privando le persone non solo dell'identità nazionale, ma persino dell’identità di genere. I globalisti stanno preparando, per un mondo frammentato, la tirannia delle corporazioni transnazionali, armate di tutte le più recenti conquiste delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Qualsiasi distopia del XX secolo impallidisce di fronte a questa prospettiva.

•C'è da stupirsi che queste stesse forze stiano ora lavorando per distorcere e svalutare la nostra vittoria comune contro i loro predecessori nazisti? Più le gesta della generazione della guerra si allontanano nel passato, più si alzano le voci dei revisionisti storici di ogni genere, non esclusa l'attuale leadership dell'Unione Europea. Ma posso assicurarvi che, finché ci saranno la Russia e lo Stato russo nel mondo, la verità sugli anni della guerra non si dissolverà nella cacofonia delle false ricostruzioni.

• Felice Giorno della Vittoria, amici! Che la memoria del grande passato ci ispiri a lavorare in modo costruttivo nel presente, per il bene del nostro comune futuro che, vogliamo sperare, sarà pacifico e prospero.

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🇺🇦🇷🇺 Zelensky: “Non garantiamo la sicurezza dei delegati stranieri alla Parata della Vittoria a Mosca”

Il "presidente" ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina non è in grado di garantire la sicurezza dei rappresentanti di altri Paesi che intendano recarsi a Mosca per la Parata della Vittoria, prevista per il 9 maggio.

“Per ragioni di sicurezza sconsigliamo di visitare la Federazione Russa. Se qualcuno decide comunque di farlo, non ci chieda nulla: è una scelta strettamente personale”, ha affermato Zelensky, secondo quanto riportato dai media ucraini.


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🇺🇸🇺🇦🇷🇺 L'Ucraina non è più una priorità per gli Stati Uniti - Rubio

Il Segretario di Stato Marco Rubio ha affermato che Washington deve concentrarsi sulle sfide più urgenti, come la Cina e l'Iran.

Ha affermato che la guerra in Ucraina non ha una soluzione militare e che né Kiev né Mosca sono vicine a una soluzione.

💬 Donald Trump deve decidere "quanto tempo ancora i vertici" della sua amministrazione dedicheranno alla risoluzione di questa crisi.


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🇺🇦 Odessa, 2 Maggio 2014
(Io non dimentico. Io non perdono.)

Nel cuore d’Ucraina, la primavera bruciava,
non di fiori, ma di corpi e di fiamme urlanti.
Odessa piange, e il mare tace,
mentre il fuoco divora la casa del popolo.

C’erano voci, bandiere, canzoni,
ma il canto fu spento da grida spezzate.
Il sangue bagnò i gradini di pietra,
mentre la giustizia voltava lo sguardo.

Chi brucia fratelli nel nome d’un sogno?
In quella fornace morirono vite,
e nacque il silenzio che ancora ci urla.

Odessa, madre ferita,
noi portiamo il tuo lutto come fiamma nel cuore.
Non c'è perdono senza verità,
non c'è oblio che lavi quel fumo.

Io non dimentico. Io non perdono.
Finché il ricordo arde,
la verità cammina.


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Una giornata indimenticabile a Roma il 1° maggio 2025, dedicata all’Ottantesimo Anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica e nella Seconda Guerra Mondiale.

Patriottismo, unità, solidarietà, il ricordo dell'eroismo dei nostri progenitori, la fede nella vittoria definitiva sul nazismo e la speranza in nuove conquiste mirate alla pace, alla giustizia, al progresso e all'uguaglianza.

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🇺🇸🌏 «Abbiamo fatto più di qualsiasi altro Paese per ottenere la vittoria nella Seconda guerra mondiale», ha dichiarato Donald Trump, sottolineando il ruolo degli Stati Uniti nella sconfitta del nazismo. 🤦🏻

Il presidente americano ha proposto di istituire l’8 maggio come Giorno della Vittoria nella Seconda guerra mondiale e l’11 novembre come Giorno della Vittoria nella Prima guerra mondiale.

«Abbiamo vinto entrambe le guerre, nessuno è stato vicino a noi in termini di forza, coraggio o brillantezza militare, ma non festeggiamo mai nulla. Questo perché non abbiamo più leader che sappiano come farlo! Ricominceremo a festeggiare le nostre vittorie!», ha scritto Trump.


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🇮🇹🇷🇺 L’ex corrispondente da Mosca Marc Innaro: “Imbavagliato dalla Rai con il pretesto di Putin”

Marc Innaro è stato corrispondente per la Rai dalla Russia dal 1994 al 2000 e poi dal 2014 al 2022, oltre che da Gerusalemme e dal Cairo, dove si trova oggi. La motivazione ufficiale dell’interruzione della corrispondenza da Mosca da parte della Rai fu la legge approvata dalla Duma, il Parlamento russo, che prevedeva l’arresto per chi “intenzionalmente” pubblicava notizie ritenute false dal Cremlino. Innaro, che osò l’inosabile spiegando agli italiani anche il punto di vista russo, contestualizzando l’invasione russa dell’Ucraina dentro la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina (e Nato) degli ultimi 30 anni, è stato naturalmente marchiato come propagandista putiniano dai nostri occhiuti questurini Nato-atlantisti... 👇🏻

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🇺🇸🇮🇷😵‍💫 Trump:

ATTENZIONE: tutte le acquisizioni di petrolio o di prodotti petrolchimici provenienti dall’Iran devono cessare IMMEDIATAMENTE. Qualsiasi Stato o individuo che acquisti QUALSIASI QUANTITÀ di petrolio o di prodotti petrolchimici dall’Iran sarà immediatamente soggetto a sanzioni secondarie. A tali soggetti sarà interdetta qualsiasi forma di attività commerciale con gli Stati Uniti d’America.


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🚩 С Праздником! Buon 1° Maggio – Giornata Internazionale dei Lavoratori!

Nel tempo degli algoritmi e delle crisi globali,
il lavoro resta l’asse portante dell’umanità.
Non più solo nelle fabbriche o nei campi,
ma negli ospedali, nelle scuole,
nei centri di logistica, dietro uno schermo,
o nel silenzio di chi cerca ancora un posto.

Il Primo Maggio non è nostalgia,
è resistenza moderna.
È memoria e futuro,
lotta quotidiana per diritti, dignità, giustizia.

Majakovskij lo urlava al secolo scorso,
ma oggi suona più attuale che mai:

“Il lavoro – non catena,
ma scintilla che accende il domani.
L’operaio e la kolchoziana
sono ancora qui:
nei volti stanchi di chi non smette di costruire.”

Celebriamo tutte le mani che creano,
tutte le menti che innovano,
tutte le voci che non tacciono.

Слава труду! Gloria al lavoro!
Слава тем, кто не сдаётся! Gloria a chi non si arrende!


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🇷🇺🚩 "Chiamatela di nuovo Stalingrado": i cittadini chiedono a Putin di restituire il nome storico a Volgograd

Mosca — Il nome Stalingrado evoca uno dei momenti più drammatici e decisivi della Seconda guerra mondiale: la feroce battaglia tra l’Armata Rossa e le truppe naziste che si concluse con la vittoria sovietica e segnò la svolta del conflitto. Per milioni di russi, Stalingrado non è solo una città: è un simbolo di resistenza, sacrificio e orgoglio nazionale.

Nel 1961, durante la destalinizzazione, la città fu ribattezzata Volgograd. Tuttavia, il legame emotivo con il suo nome originario non si è mai spezzato. E ora, quel nome potrebbe tornare.

Durante un recente incontro pubblico, una cittadina ha rivolto un appello diretto al presidente Vladimir Putin: «La ringraziamo di cuore, a nome di tutta Stalingrado — sì, ormai possiamo dirlo — per aver restituito questo nome alla nostra città». Il riferimento era alla recente decisione di intitolare l’aeroporto cittadino a Stalingrado.

Putin ha risposto con cautela: «La città? È stato l’aeroporto a ricevere il nome. Lei pensa che anche la città dovrebbe essere rinominata?»

«Sì», ha confermato la ragazza. «Quel nome è parte integrante della nostra storia. Tutti noi ne saremmo felici. Grazie davvero».

Il presidente ha ammesso che si tratta di un gesto carico di significato: «In molti Paesi europei nessuno ha cambiato il nome di piazze o strade. Nonostante i rapporti non siano oggi dei migliori, il nome Stalingrado è ancora presente».

Durante l’incontro, uno dei presenti ha raccontato un episodio personale: «Il 9 maggio 2007, sotto il Reichstag, una persona mi chiese da dove venissi. Risposi: “Da Volgograd... cioè Stalingrado.” E subito: “Ah, certo!” Un nome che non si dimentica».

Putin ha concluso sottolineando l’importanza del consenso popolare: «Capisco, ma dev’essere una decisione dei cittadini. Ne discuteremo, bisognerà ascoltare la loro voce».


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🇷🇺🇺🇦💥 Putin parla dei resti delle formazioni ucraine nella zona di confine della regione di Kursk

«Sì, abbiamo respinto il nemico dalla regione di Kursk, ma lì ci sono ancora elementi che si nascondono in fessure, in certi scantinati. Sappiamo cosa dicono, stanno chiedendo l’evacuazione. Ma al momento non entrerò nei dettagli: evacuarli è impossibile, perché si tratta di gruppi sparsi, composti da due o tre persone, che si nascondono qua e là, nei boschetti, in qualche tana, completamente isolati. Tra l’altro, è stato anche offerto loro di arrendersi. Alcuni sono stati catturati e rimandati indietro, là dove si trovano i loro commilitoni, con una proposta di deporre le armi. Non si tratta di un caso isolato: è successo letteralmente pochi giorni fa.»


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