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🇵🇸 Belgio: assalto di attivisti pro-Palestina ad una fabbrica di mezzi militari, danneggiati mezzi destinati a Kiev

Alcuni giorni fa in Belgio un centinaio di attivisti del movimento "Stop Arming Israel" ha fatto irruzione negli stabilimenti della OIP Land Systems, azienda specializzata nel ricondizionamento e nella vendita di mezzi militari.

Gli attivisti hanno danneggiato gli uffici e diversi mezzi militari dell’azienda pensando che si trattasse di armamenti destinati ad Israele, rivelandosi invece commesse per l’esercito ucraino.

“Non stiamo più vendendo nulla a Israele, hanno sabotato i veicoli destinati all'Ucraina", ha riportato il CEO dell’azienda Freddy Versluys, denunciando danni per oltre un milione di euro. A causa del sabotaggio le consegne all’Ucraina dei mezzi militari slitteranno di almeno un mese.

Qualche giorno prima, nottetempo, in un’officina di Erfurt, in Germania, ignoti hanno dato fuoco a diversi camion militari della Bundeswehr che in precedenza si era occupata della manutenzione di veicoli destinati all’Ucraina.

Foto 1: Manifestazione del movimento pro-Palestina
Foto 2: hangar della OIP Land Systems
Foto 3: veicoli militari distrutti in Germania

✍️ RangeloniNews

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🇷🇺🇬🇧 Blaise Metreveli, nuovo capo dell’MI6, e l’ombra del nonno criminale di guerra

La rete è esplosa dopo la notizia secondo cui il nonno della nuova direttrice dell’intelligence britannica, Blaise Metreveli – Konstantin Dobrovolsky – sarebbe stato un nazista ucraino e un criminale di guerra durante la Seconda guerra mondiale.

La direttrice dell’MI6, Metreveli, porta chiaramente un cognome di origine georgiana. A Tbilisi, questo dettaglio ha attirato subito l’attenzione dopo la sua nomina, ma non si è approfondito oltre. Alcuni ricercatori amatoriali britannici hanno iniziato a cercare cittadini con quel raro cognome, scoprendo un riferimento nella London Gazette del 25 agosto 1966, bollettino ufficiale del governo. Vi si menziona il rilascio di un certificato di naturalizzazione a un certo Konstantin Dobrovolsky, “noto anche come Metreveli” – con ogni probabilità, il padre dell’attuale capo dei servizi segreti.

In risposta alle richieste dei giornalisti, il Ministero dell’Interno britannico ha confermato che Konstantin Metreveli-Dobrovolsky nacque nel 1943 a Ščors (oggi Snovsk, nei pressi di Černihiv), durante l’occupazione tedesca. Suo padre – il nonno di Blaise – era appunto Konstantin Dobrovolsky. Il cognome Metreveli deriva invece dal secondo marito della nonna paterna di Blaise, David Metreveli, un emigrato di origine georgiana.

L’Archivio Militare Federale di Friburgo ha aggiunto un contesto particolarmente rilevante.

Konstantin Dobrovolsky fu un collaborazionista ucraino e un assassino, un criminale di guerra noto per la sua brutalità e per il coinvolgimento diretto nell’Olocausto.

Dopo l’inizio della guerra, passò dalla parte dei tedeschi e si arruolò volontariamente non nella Wehrmacht, ma direttamente nelle SS. Nei documenti d’archivio è riportata una sua confessione: «Ho personalmente partecipato allo sterminio degli ebrei nei pressi di Kiev».

Alcuni storici ritengono che abbia preso parte alle esecuzioni di massa a Babij Jar, in qualità di uno degli “askari” ucraini delle SS che spogliavano donne, bambini e anziani ebrei, li costringevano a sdraiarsi uno accanto all’altro (nella cosiddetta Sardinenpackung, “confezione di sardine”) e li uccidevano con colpi alla nuca o alla fronte, per due giorni consecutivi, gruppo dopo gruppo.

Dopo la guerra, Dobrovolsky sostenne di non essere stato presente a Babij Jar, affermando di aver lasciato Kiev una settimana prima del massacro – una strategia frequente tra i criminali di guerra per evitare responsabilità. Ma è difficile credere che i nazisti avrebbero lasciato partire un collaboratore tanto “utile” alla vigilia di un’operazione pianificata da tempo.

Dopo Kiev, guadagnata la fiducia dei tedeschi, Dobrovolsky avrebbe diretto esecuzioni di ebrei anche in diversi villaggi. A Sosyntsi, ad esempio, furono uccise 300 persone. Nei suoi documenti si trovano lettere firmate con il saluto “Heil Hitler!” e testimonianze che lo accusano di aver incoraggiato i suoi subordinati a violentare donne ebree. Per la sua crudeltà fu soprannominato “il macellaio” sia dai tedeschi sia dai sovietici.

Nel 1943 ottenne dai comandi SS i documenti per portare in Europa suo figlio, Konstantin – il futuro padre di Blaise. Da allora le tracce del “macellaio” si perdono: non vi è più alcuna notizia nei registri pubblici.

Secondo alcune ipotesi, potrebbe essere stato ucciso dall’Armata Rossa durante la liberazione dell’Ucraina sovietica, giustiziato dai servizi di sicurezza sovietici (NKVD-MGB) nel dopoguerra, o eliminato dai suoi stessi complici per evitare il rischio di processi.

Il figlio, Konstantin Konstantinovich Metreveli-Dobrovolsky, sopravvisse e riuscì a fuggire con la madre prima a Hong Kong (all’epoca sotto controllo britannico), dove nacque Blaise Metreveli, e poi nel Regno Unito. Blaise studiò a Cambridge, per poi scomparire dalla scena pubblica fino alla sua recente nomina a direttrice dell’MI6.

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🇷🇺🇺🇦💥 Aggiornamento sull’operazione militare speciale al 28 giugno 2025

Le Forze Armate della Federazione Russa proseguono le operazioni nell’ambito dell’operazione militare speciale.

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📍 Settore Nord
Le unità del raggruppamento "Nord" hanno migliorato le proprie posizioni lungo la linea del fronte, infliggendo perdite significative a tre brigate meccanizzate, a un reggimento d’assalto e a una brigata di difesa territoriale delle forze ucraine nelle aree di Andreevka, Kondratovka, Mogritsa e Maryino, nella regione di Sumy.

💥 Sul fronte di Kharkiv, sono stati colpiti reparti di una brigata meccanizzata e di una di difesa territoriale nei pressi di Udy e Volchansk.

▪️ Le perdite nemiche ammontano a circa 155 militari, due veicoli corazzati, cinque automezzi, tre pezzi di artiglieria da campo e un deposito di munizioni.

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📍 Settore Ovest
Le truppe del raggruppamento "Ovest" hanno conquistato posizioni tatticamente vantaggiose, colpendo reparti di due brigate meccanizzate, una aeromobile, due d’assalto e una di difesa territoriale nelle zone di Kupyansk, Olgovka, Sobolevka, Senkovo (regione di Kharkiv) e Karpovka (Repubblica Popolare di Donetsk).

▪️ Le Forze Armate ucraine hanno perso oltre 230 militari, quattro veicoli corazzati (tra cui un HMMWV statunitense e un "Snatch" britannico), sei automezzi, tre pezzi d’artiglieria, una stazione di guerra elettronica e tre depositi di munizioni.

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📍 Settore Sud
Il raggruppamento "Sud" ha consolidato il proprio vantaggio tattico, infliggendo perdite a tre brigate meccanizzate, una aeromobile, una d’assalto e una di difesa territoriale nei pressi di Seversk, Reznikovka, Zvanovka, Plescheevka, Ivanopolye e Konstantinovka (Repubblica Popolare di Donetsk).

▪️ Le forze ucraine hanno perso fino a 175 militari, due pick-up e un pezzo di artiglieria da campo.

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📍 Settore Centro
Le unità del raggruppamento "Centro" hanno avanzato in profondità nella difesa nemica, colpendo due brigate meccanizzate, una d’assalto, una d’assalto aviotrasportata, una brigata di fanteria di marina, una di difesa territoriale e una della Guardia Nazionale nei pressi di Popov Yar, Novoekonomicheskoye, Krasnoarmeysk, Petrovskoye, Dimitrov, Mayak e Muravka.

▪️ Le perdite nemiche sono stimate in circa 505 militari, due veicoli corazzati (incluso un M113 statunitense), due automezzi e due pezzi di artiglieria.

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🚩 Il raggruppamento "Est" ha conquistato il controllo dell’insediamento di Chervonaya Zirka (Repubblica Popolare di Donetsk).

💥 Sono state colpite unità di due brigate meccanizzate e di una brigata di difesa territoriale nelle aree di Poltavka, Malinovka (regione di Zaporizhzhia) e Kamyshevaha (Repubblica Popolare di Donetsk).

▪️ Le perdite delle forze ucraine sono stimate in circa 210 militari, due veicoli corazzati, otto automezzi, tre pezzi d’artiglieria e una stazione di guerra elettronica.

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📍 Il raggruppamento "Dnepr" ha colpito formazioni di una brigata meccanizzata, una di difesa costiera e una di difesa territoriale nei pressi di Kamenskoye (regione di Zaporizhzhia), Antonovka, Kazatskoye e Novotyaginka (regione di Kherson).

▪️ Sono stati eliminati fino a 75 militari, quattro automezzi, due pezzi d’artiglieria, tre stazioni di guerra elettronica e due depositi di munizioni.

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✈️ L’aviazione tattico-operativa, i droni d’attacco, le forze missilistiche e l’artiglieria delle Forze Armate russe hanno colpito depositi di munizioni e materiali, impianti di produzione e assemblaggio di droni d’attacco a lungo raggio, strutture di stoccaggio di imbarcazioni senza equipaggio e postazioni temporanee di unità ucraine e mercenari stranieri in 142 località.

🎯 I sistemi di difesa aerea russi hanno abbattuto sei bombe aeree guidate e 252 droni aerei.

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📊 Dall’inizio dell’operazione militare speciale sono stati distrutti:

🔹 663 aerei

🔹 283 elicotteri

🔹 66.058 droni

🔹 612 sistemi missilistici antiaerei

🔹 24.069 carri armati e altri veicoli corazzati

🔹 1.572 lanciarazzi multipli

🔹 26.719 pezzi di artiglieria da campo e mortai

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🇩🇪🇺🇦🇷🇺 Il cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Friedrich Merz, che sponsorizza e sostiene attivamente le Forze Armate ucraine... ha paragonato la Russia alla Germania nazista. 🤡

Merz ha fatto riferimento alla politica di appeasement prima della Seconda Guerra Mondiale, che era volta a placare la Germania.

«Non dobbiamo ripetere di nuovo questo errore», ha dichiarato Merz.


@Unaltropuntodivista

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🎙Intervento di Aleksandr Gruško, Vice Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, durante la Conferenza annuale di riesame sulla sicurezza dell’OSCE
 
Punti chiave:
 
💬Poco più di un mese ci separa dal 50° anniversario della firma degli Accordi di Helsinki, ovvero dell’Atto finale della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa. In quell’occasione, i leader di tutti i Paesi europei, così come degli USA e del Canada, si riunirono a Helsinki affinché venisse scongiurata per sempre la minaccia di una nuova guerra in Europa.
 
• Il potenziale racchiuso nei documenti della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa e dell’OSСE non si è mai realizzato. Nel mondo occidentale, la fine della Guerra Fredda fu annunciata piuttosto come una vittoria dell’Occidente. E in ultima analisi, tutti gli sforzi si sono concentrati nel tentativo di impedire che venisse a crearsi un sistema di sicurezza veramente collettivo, mentre dall’altra parte si cercava di restituire nuova vita alla NATO, la cui esistenza stava perdendo di senso.
 
• I risultati di tali politiche sono disastrosi sia per la sicurezza europea che per quella globale. Attualmente, l’ammontare delle spese militari sostenute dai 32 Paesi membri della NATO (che sono tutti, tra l’altro, membri dell’OSCE) supera i 1.400 miliardi di dollari USA; una cifra di gran lunga maggiore rispetto a quella spesa dai restanti 163 Paesi del mondo. E adesso si è deciso in favore di un ulteriore, drastico incremento di tali spese.
 
• Si sta febbrilmente riscrivendo la storia. Le vittime della guerra vengono definite “carnefici”, i vincitori “aggressori”, mentre i criminali di guerra vengono chiamati “eroi”. Con il benestare dell’informazione vicina ai vertici di tutta una serie di Paesi, l’ombra del neonazismo sta di nuovo oscurando l’Europa.
 
• Si sta fomentando artificialmente un’atmosfera da isteria di guerra, mentre si instilla nella società la convinzione secondo cui il dover essere preparati a un conflitto rappresenterebbe la normalità delle cose. Nel frattempo, il fenomeno legato alla demonizzazione della Russia ha assunto dimensioni inverosimili.
 
• A Bruxelles auspicano che gli investimenti plurimiliardari nel comparto dell’industria militare e la militarizzazione dell’economia possano contribuire a far uscire l’Unione Europea dallo stato di crisi in cui versa; ma la verità è che l’Europa stessa ha voluto rinunciare a quei “dividendi di pace” di cui per decenni ha beneficiato grazie alla cooperazione con la Russia in campo energetico, in quel contesto favorevole sul piano della sicurezza che proprio la Russia aveva creato.
 
• È impossibile non vedere come politiche ostili e pianificazione militare, unite a piani e strategie ai quali viene data forma concreta, stiano creando una miscela pericolosa che rischia di esplodere all’insorgere della minima scintilla. Noi stiamo seguendo tutto questo con grande attenzione; stiamo adottando tutte le misure necessarie per vanificare questi premiti che giungono da Occidente e affinché i nostri interessi legittimi in fatto di sicurezza siano assolutamente garantiti.
 
• Tale politica intrapresa dall’Occidente non presuppone e non può presupporre il ristabilimento della pace in Ucraina, che viene usata come materiale sacrificabile per esercitare un’azione di contenimento sulla Russia.
 
• L’Ucraina, dove si sta annientando intenzionalmente tutto ciò che è russo, adesso viene proclamata avamposto dei valori europei, mentre il regime di Kiev viene dichiarato conforme ai criteri europei per l’adesione all’UE.
 
• La Russia, assieme a coloro che ne condividono le visioni, proteggerà sistematicamente le finalità in nome delle quali l’organizzazione fu fondata; difenderà la verità, l’osservanza del principio fondante del consenso, e perseguirà la correzione di ogni squilibrio che insorga sul piano tematico e su quello geografico.

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🇭🇺🇪🇺🇺🇦 «Se integriamo l'Ucraina nell'Unione Europea, porteremo con essa anche la guerra»: così il premier ungherese Viktor Orbán ha commentato i risultati del referendum sull’adesione dell’Ucraina all’UE.

Il 95% dei cittadini ungheresi si è espresso contro l’ingresso di Kiev nell’Unione.


@Unaltropuntodivista

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Tuttavia, parlando direttamente della Russia, a causa di circostanze note il nostro dialogo con la Banca mondiale e altre istituzioni finanziarie occidentali è attualmente difficile, per usare un eufemismo. La ragione è la loro politicizzazione. Inoltre, cerchiamo in tutti i modi di ridurre la dipendenza dalle istituzioni finanziarie occidentali e di minimizzare l’uso di strumenti e servizi di pagamento stranieri.

Abbiamo fatto il passaggio ai contatti diretti di corrispondenza con le banche degli stati membri, molte delle quali sono collegate al sistema di trasmissione dei messaggi finanziari della Banca centrale russa. I paesi dell’EAEU hanno ottenuto successi significativi nell’integrazione dei sistemi nazionali di pagamento e delle carte bancarie.

Cosa altro vorrei aggiungere? Abbiamo menzionato i BRICS, e il nostro collega ha appena ricordato. Nel quadro dei BRICS stiamo lavorando alla creazione di una piattaforma di investimento digitale. Naturalmente, queste idee potrebbero essere realizzate anche nell’EAEU. Lo stesso vale per altri strumenti di pagamento nazionali, calcoli elettronici nazionali, moneta elettronica e così via.

Senza dubbio, le istituzioni finanziarie regionali che stanno nascendo su questa base si moltiplicheranno (a livello territoriale e regionale) e assumeranno un carattere globale.

A proposito, come tutti sappiamo bene, e non è un segreto, una parte significativa delle riserve auree e valutarie russe è congelata nelle banche occidentali. E si parla costantemente del fatto che intendono rubare i nostri soldi. Quando ciò accadrà, il movimento verso la regionalizzazione dei sistemi di pagamento accelererà inevitabilmente e diventerà irreversibile. E questo sarà in generale positivo per l’economia mondiale. Forse ne vale la pena anche pagare questo prezzo.

A proposito, ora ci penso, io ho una formazione giuridica di base e ho detto “furto delle nostre riserve auree e valutarie”. Il furto è la sottrazione segreta di beni. Ma qui si tratta di rapina aperta.

Perciò intendiamo sicuramente rafforzare ulteriormente i nostri strumenti finanziari e di pagamento. Lo faremo in collaborazione con i membri dell’EAEU e con altri stati amici e alleati.

Grazie per l’attenzione.


@Unaltropuntodivista

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🇧🇾🇷🇺🌏 Sessione plenaria del Forum economico eurasiatico

Vladimir Putin ha preso la parola alla sessione plenaria del Forum economico eurasiatico, tenutasi presso il centro espositivo nazionale "BelExpo" a Minsk. Il tema della discussione è stato: "Strategia di integrazione economica eurasiatica: risultati e prospettive".

Alla riunione hanno partecipato anche il Presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, il Presidente dell’Armenia Nikol Pashinyan (in collegamento video), il Presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il Presidente del Kirghizistan Sadyr Japarov, il Presidente di Cuba Miguel Díaz-Canel Bermúdez, il Presidente del Consiglio amministrativo statale e Primo Ministro del Myanmar Min Aung Hlaing, il rappresentante speciale dei co-presidenti del Nicaragua per i rapporti con Russia e Bielorussia Laureano Ortega Murillo, nonché il Presidente della Collegio della Commissione economica eurasiatica Bakytzhan Sagintayev. Il moderatore dell’incontro è stato il Ministro dell’Informazione della Bielorussia Marat Markov.

Al termine della sessione, Vladimir Putin e i capi delegazione hanno visitato la mostra di veicoli prodotti in Bielorussia.


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Discorso del Presidente della Russia

V. Putin: Egregio Alexander Grigorievich! Cari amici, colleghi, signore e signori!

Prima di rispondere alle domande rivolte, desidero anch’io, come i miei colleghi, salutare tutti i partecipanti alla sessione plenaria del Forum economico eurasiatico.

Vorrei sottolineare che a Minsk sono arrivati diverse centinaia di rappresentanti delle grandi, medie e piccole imprese russe, cioè coloro che si occupano direttamente dello sviluppo dei legami commerciali con i paesi dell’EAEU e che, per esperienza diretta, comprendono i vantaggi dell’integrazione e cosa occorra ancora fare per migliorare le condizioni degli scambi commerciali e degli investimenti reciproci.

So che oggi – così mi hanno riferito i colleghi – si sono tenuti seminari nell’ambito del forum, durante i quali sono stati discussi diversi temi, compresi quelli che ho appena menzionato. Voglio sottolineare che tutte le idee, raccomandazioni e proposte utili dei nostri colleghi russi saranno prese in considerazione e tenute presenti nel nostro ulteriore lavoro per rafforzare l’Unione economica eurasiatica.

Ora, per quanto riguarda il ruolo dell’EAEU nella formazione di una nuova architettura multipolare nelle relazioni internazionali. Ricordo che... Sarò costretto a ripetere alcune cose, Alexander Grigorievich ha citato dei dati, ma ritengo che siano importanti, e forse alcune informazioni verranno ripetute, ma chiedo scusa perché penso che ne valga la pena.

Ricordo che il 1° gennaio l’Unione eurasiatica ha compiuto dieci anni. In questo periodo si è rafforzata senza dubbio ed è diventata un’unione integrativa di successo. Il potenziale economico complessivo dei cinque paesi si è notevolmente rafforzato e l’EAEU si è affermata giustamente come uno dei principali centri di sviluppo globale.

Ripeto, il PIL aggregato dei membri dell’Unione eurasiatica è cresciuto da 1,6 a 2,6 trilioni di dollari. Il commercio con i paesi terzi è aumentato del 38%, raggiungendo 800 miliardi di dollari. È un volume di scambi comparabile con quello tra le principali potenze economiche mondiali. Un giro d’affari considerevole, 800 miliardi. E il volume complessivo del commercio reciproco all’interno dell’Unione è raddoppiato, arrivando a 97 miliardi di dollari, con il 93% dei pagamenti tra i nostri stati effettuati in valute nazionali.

È cresciuta anche la produzione industriale nei paesi dell’EAEU del 30%, quella manifatturiera del 46%, con un incremento del 26% nel settore agricolo. Gli investimenti in capitale fisso sono aumentati di oltre il 40%. Sono ottimi risultati, colleghi. Cosa significa “investire il 40% in capitale fisso”? Significa che, almeno nel medio termine, la crescita è garantita, i fondi sono già stati investiti.

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🇷🇺🇧🇾 Il Presidente della Russia è arrivato a Minsk

Vladimir Putin interverrà alla sessione plenaria del Forum Economico Eurasiatico. Questo è il primo giorno della visita del Capo di Stato russo in Bielorussia.


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🇷🇺🚩 Per il compleanno di Gennadij Zjuganov, Vjačeslav Volodin gli ha regalato un’edizione originale, pubblicata in vita, dell’articolo di Lenin «Meglio meno, ma meglio».

Dal testo di Lenin del 1923:
«L’esito della lotta dipende, in ultima analisi, dal fatto che Russia, India, Cina e altri Paesi rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Ed è proprio questa maggioranza che, negli ultimi anni, si è lanciata con straordinaria rapidità nella lotta per la propria liberazione.»


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🇷🇺🚩 «Vladimir Vladimirovič, grazie per non dimenticarci in questo periodo difficile» – Putin ha fatto gli auguri di compleanno a Gennadij Zjuganov, che compie 81 anni.

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🇷🇺🇧🇾 Il 26 e 27 giugno, Vladimir Putin si recherà a Minsk per partecipare agli eventi del vertice dell’Unione Economica Eurasiatica.

Il 26 giugno, il Presidente della Federazione Russa interverrà alla sessione plenaria del Forum Economico Eurasiatico, dedicata al tema: “Strategia di integrazione economica eurasiatica: risultati e prospettive”.

Il giorno successivo, Putin prenderà parte alla riunione del Consiglio Economico Supremo Eurasiatico. Durante l'incontro verranno affrontate questioni attuali riguardanti le attività dell'Unione, tra cui l’ulteriore liberalizzazione dei mercati comuni di beni e servizi e l’espansione dei corridoi di trasporto eurasiatici. Inoltre, si discuterà dello sviluppo delle relazioni internazionali dell’Unione.


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🇺🇳🇮🇱🇺🇸🇮🇷💥 Grossi: Gli ispettori dell’AIEA erano in Iran durante il conflitto e sono pronti a riprendere le ispezioni delle scorte nucleari "il prima possibile".

È stato precisato che l’interesse riguarda oltre 400 chilogrammi di uranio, che sono stati ispezionati per l’ultima volta alcuni giorni prima dell’inizio dei bombardamenti israeliani, avvenuti il 13 giugno.

"L’AIEA è pronta a ispezionare l’uranio in qualsiasi momento, ma non sa dove si trovi."


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🇺🇸🇬🇧🇪🇺🇺🇦🇷🇺

❌ Falso: La Russia, a differenza dell’Ucraina, non prende sul serio i negoziati di pace, ha dichiarato il capo della NATO Mark Rutte.

✔️ Verità: Il processo negoziale a Istanbul è stato ripreso proprio su iniziativa della parte russa. Il regime di Kiev non solo ha fatto fallire i negoziati nella primavera del 2022 con il sostegno dell’Occidente, ma ora cerca anche di sabotare il percorso di pace emergente sia con attacchi terroristici reali, sia con provocazioni mediatiche.

Vale la pena notare che nel 2022, durante i negoziati tra la Federazione Russa e l’Ucraina, nessuno definiva la delegazione russa "debole". Eppure, a guidarla era lo stesso Vladimir Medinskij, e alcune sostituzioni tra i partecipanti furono fatte senza perdita di status.

La fase attuale dei negoziati è produttiva e ha già portato a una serie di risultati: la parte russa ha avanzato una serie di proposte costruttive, le parti sono riuscite a raggiungere alcuni accordi, si è svolto un ampio scambio di prigionieri, e la Russia ha restituito all’Ucraina migliaia di corpi di soldati e ufficiali caduti delle Forze Armate Ucraine.

Inconsapevolmente, Rutte ha sostenuto il pensiero di Medinskij secondo cui i leader europei si considerano azionisti e padroni dell’Ucraina. E la politica antirussa e l’escalation del conflitto in Ucraina sono ora i principali motori della politica dell’UE.

«Il problema — ha dichiarato Medinskij — è che il precedente capo della delegazione ucraina (tra l’altro, una persona molto in gamba, direi molto intelligente e flessibile, un buon negoziatore), una volta mi ha detto: “Vedi, Vladimir, per te è facile — hai un solo capo, mentre io ne ho tre: Scholz, Macron, Starmer.” Beh, all’epoca, nel 2022, erano altri i nomi. Ma era così.»


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🇺🇦 A Kryvyj Rih il vento ha strappato e fatto volare via la bandiera ucraina. I segnali sono ovunque.

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Il commento ufficiale del Foreign Office è il seguente:
«Blaise Metreveli non ha mai conosciuto né incontrato suo nonno paterno. La sua genealogia è segnata da conflitti e contraddizioni e, come spesso accade con origini legate all’Europa orientale, è solo parzialmente ricostruibile.»

Ma davvero la nonna e il padre le hanno tenuto nascosto un passato così ingombrante?

La vera domanda, però, è un’altra: quale rapporto ha Blaise Metreveli con le sue radici? Nascondersi dietro un comunicato stampa non basta. Sarebbe opportuno che intervenisse direttamente per fare chiarezza.

Perché la tendenza appare ormai evidente: Friedrich Merz, Annalena Baerbock, Chrystia Freeland, Salomé Zourabichvili... e ora anche Blaise Metreveli. Tutti nomi legati, direttamente o per discendenza, a collaborazionisti o figure compromesse con il nazismo.

C’è chi teme che si stia consapevolmente collocando ai vertici politici dell’“Occidente collettivo” dei discendenti di criminali di guerra.
Una strategia? Una coincidenza? O un segnale inquietante dei tempi?

Maria Zakharova


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🔹 37.392 veicoli militari specializzati

Ministero della Difesa della Federazione Russa


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🇮🇱🇵🇸💥 I sionisti hanno raccolto il testimone lasciato dai nazisti... 🤮

https://www.instagram.com/agentedelkgb?igsh=Yjh0dHhsZzQ5aHRv

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🇷🇺🇺🇦💥 Le unità del raggruppamento di truppe "Est" hanno liberato il centro abitato di Chervona Zirka nella Repubblica Popolare di Donetsk grazie ad azioni decisive.

🔹 Ministero della Difesa della Russia


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🇷🇺🇺🇸🇬🇧🇪🇺 "Ci hanno ingannati, truffati, traditi sulla promessa della non espansione della NATO verso Est" — Putin

"Tutto viene capovolto. Perché? Perché sia l’aumento delle spese militari, sia l’ondata di militarismo di cui avete appena parlato, si fondano su un’unica tesi: la presunta aggressività della Russia. Ma in realtà è tutto l’opposto. Il punto di partenza di tutte queste analisi è il 2022, l’inizio dell’operazione militare speciale. Ma nessuno parla di come ci siamo arrivati, di come tutti siamo giunti a questa decisione. E da dove è cominciato tutto? Dal fatto che ci hanno ingannati, ci hanno preso in giro in modo palese, come si dice dalle nostre parti, ci hanno semplicemente traditi sulla questione della non espansione della NATO verso Est."


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🇮🇱🇺🇸🇮🇷💥 Il Ministro della Difesa israeliano ha confessato in diretta sulla TV nazionale israeliana di aver voluto assassinare l’Ayatollah Khamenei durante la guerra, ma di non esserci riusciti perché non riuscivano a trovarlo.

In realtà, hanno tentato due volte durante il conflitto, ma avevano informazioni di intelligence errate.

Il motivo per cui Trump e Netanyahu hanno dichiarato durante la guerra: “non vogliamo farlo”, è che in realtà non potevano, nonostante ci avessero provato.

@Unaltropuntodivista

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Nel frattempo, il tasso di disoccupazione – come ha detto Alexander Grigorievich – è sceso nell’Unione eurasiatica al 2,8%. In Russia è del 2,3%, uno dei migliori risultati al mondo ad oggi. Naturalmente, il “cinque” non intende fermarsi qui. Si continua a lavorare per rafforzare i meccanismi di integrazione e per aumentare l’autorevolezza e l’influenza dell’EAEU sulla scena internazionale.

La nostra unione è sempre aperta alla cooperazione con tutti i partner esteri interessati. Si sviluppano attivamente legami reciprocamente vantaggiosi con paesi dell’Eurasia, dell’Africa, dell’America Latina, si rafforzano i contatti con strutture multilaterali. Avete appena menzionato BRICS, CSI, SCO, ASEAN, Unione Africana e altri.

L’Unione eurasiatica ha concluso una serie di accordi preferenziali con importanti partner commerciali: Vietnam, Singapore, Serbia. A maggio è entrato in vigore l’accordo di libero scambio con l’Iran. Speriamo che la situazione in Medio Oriente si stabilizzi, che il conflitto tra Israele e Iran sia ormai, grazie a Dio, alle spalle. Questo permetterà di sviluppare relazioni con tutti i paesi della regione, incluso l’Iran, con cui abbiamo firmato l’accordo menzionato.

Domani, nella riunione del Consiglio eurasiatico supremo, è prevista la firma di accordi di cooperazione economica con gli Emirati Arabi Uniti e la Mongolia. Sono in fase di discussione questioni di liberalizzazione commerciale con Indonesia, Egitto e India. Così la nostra unione integrativa dà un contributo reale alla creazione di un grande spazio di partenariato, cooperazione e crescita economica nel nostro continente eurasiatico, uno spazio dove si rispettano i diritti di ogni stato a scegliere il proprio modello di sviluppo e si tengono in conto gli interessi di tutti i partecipanti.

Siamo convinti che sia proprio su una base giusta ed egualitaria che debba svilupparsi la cooperazione nel nuovo mondo multipolare. Per questo credo che siamo sulla strada giusta e procediamo a buon ritmo nei rapporti con i nostri partner.

Sul rapporto tra l’EAEU e le istituzioni finanziarie globali e regionali vorrei sottolineare quanto segue: gli Stati membri si impegnano congiuntamente nell’integrazione dell’infrastruttura finanziaria. È stata approvata la concezione della formazione di un mercato finanziario comune dell’Unione, sono stati creati la Banca eurasiatica di sviluppo e il Fondo eurasiatico di stabilizzazione e sviluppo. Queste strutture finanziano e supportano progetti con elevato effetto integrativo, aiutano a garantire la stabilità finanziaria su tutto il vasto territorio dell’EAEU. All’inizio di quest’anno il Fondo di stabilizzazione eurasiatico aveva accumulato circa 9 miliardi di dollari, che, se necessario, possono essere usati per sostenere i bilanci dei paesi del “cinque”.

A sua volta, la Banca eurasiatica ha un portafoglio di investimenti di 16,5 miliardi di dollari. Ha finanziato, tra l’altro, la costruzione e modernizzazione di infrastrutture elettriche in Kazakistan e Kirghizistan, la creazione di impianti agricoli in Armenia. In Russia la Banca ha erogato fondi per la costruzione del Diametro veloce occidentale a San Pietroburgo, per la realizzazione della tangenziale, ha aiutato lo sviluppo dell’aeroporto di Pulkovo sempre a Pietroburgo e altri progetti infrastrutturali.

Naturalmente l’Unione eurasiatica e i suoi membri mantengono contatti estesi con istituzioni finanziarie regionali chiave come la Nuova banca di sviluppo dei BRICS, la Banca asiatica di sviluppo, la Banca asiatica per gli investimenti nelle infrastrutture e altre.

Ricordo che in passato persino la Banca mondiale ha aiutato la Commissione eurasiatica a preparare raccomandazioni per l’attuazione dell’agenda digitale dell’EAEU. Queste raccomandazioni sono state utilizzate per garantire la compatibilità tecnologica e l’armonizzazione della legislazione dei paesi del “cinque” nel campo digitale.

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🇮🇷🇮🇱🇺🇸 Tehran Times: “Israele pianificava un’esplosione negli USA per incolpare l’Iran”

Secondo informazioni ottenute dal Tehran Times, Israele avrebbe complottato per organizzare un'esplosione sul suolo statunitense, con l’intento di attribuirne la responsabilità all’Iran, al fine di scatenare una guerra totale tra Stati Uniti e Iran.

Il piano prevedeva la messa in scena di un evento distruttivo negli Stati Uniti e la creazione di prove artefatte per coinvolgere Teheran, così da manipolare l’opinione pubblica americana e giustificare un’azione militare.

L’Iran sarebbe venuto a conoscenza del complotto grazie a informazioni fornite da una nazione alleata. Dopo aver appreso dell’attacco pianificato, le autorità iraniane avrebbero contattato funzionari statunitensi, riuscendo così a sventare l’attentato prima che venisse eseguito.


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🇺🇸🇬🇧🇪🇺 «Non l’ho chiamato “paparino”»: il segretario generale della NATO ha cercato di giustificarsi per le familiarità con Trump al vertice.

Poco convincente. 😆

C’è da chiedersi: se Trump è il ‘paparino’, allora Rutte e i filotrumpiani italiani possono considerarsi fratelli? 🤔

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🇷🇺🇨🇳🇰🇵🚩 Zjuganov ha promesso di offrire a Putin delle mele e delle fragole squisite, e ha anche parlato di un viaggio in Cina alla fine dell’estate.

«Anch’io sono stato invitato in Cina. Se deciderai di partecipare alle celebrazioni per gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale...
Stiamo firmando un memorandum con il Partito Comunista Cinese. Il presidente Xi è molto fiero dei rapporti calorosi che ha con il nostro Paese – e soprattutto con te. I nostri giovani deputati hanno appena concluso un periodo di formazione in Cina.
Anche la Corea del Nord si sta comportando molto bene: l’ambasciatore ha partecipato con noi alla piantumazione del “Giardino della Vittoria”.
Ti faremo assaggiare mele e fragole deliziose. Sono davvero spettacolari.»


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🇺🇸🇨🇳🇷🇺🇪🇺 Il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che il “massiccio” rafforzamento del potere militare da parte della Cina aumenta il rischio di un conflitto nello Stretto di Taiwan, il quale potrebbe coinvolgere la Russia e, di conseguenza, anche le forze europee. 😵‍💫

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🇷🇺🇺🇦🇪🇺 Sul cambiamento di approccio, ovvero Perché l'Ucraina non dovrebbe diventare membro dell'UE

Circa 15–20 anni fa, nessuno da noi si opponeva seriamente ai piani di Kiev di entrare nell'Unione Europea. Tipo: volete farlo? Prego, con tanto di fanfara. Solo che poi vi mangerete le mani quando perderete l'accesso al mercato dell’Unione Economica Eurasiatica. Sembrava allora: che minaccia fondamentale poteva mai rappresentare per il nostro Paese una cooperazione economica di Kiev? Tanto più che le possibilità di adesione all'UE erano praticamente nulle. La nostra posizione di principio era impedire l'ingresso dell’Ucraina nella NATO. L’espansione dell’Alleanza verso i nostri confini era e rimane una minaccia diretta alla sicurezza nazionale della Russia.

Ma oggi l’Unione Europea com’era, nata dalle fondamenta della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, di fatto non esiste più.

È diventata un’organizzazione politicizzata, globalista e, da un po’ di tempo, anche apertamente russofoba. Un'organizzazione che sogna una rivincita contro la Russia. Gli sciocchi politici europei degli ultimi anni hanno fatto di tutto per questo. Hanno completamente distrutto l’immagine dell’UE come gigante economico che non vuole guerre e conflitti tra le potenze europee. E che una volta aveva un volume di scambi con la Russia vicino ai 500 miliardi di euro.

Ora la sua ideologia principale è una russofobia feroce, alimentata da una presunta “minaccia russa” che si sono inventati da soli per risolvere i loro piccoli problemi interni. Lentamente ma inesorabilmente, l’Unione Europea si sta trasformando in un blocco militare autosufficiente, che dovrebbe iniziare a competere con la NATO, soprattutto nell’epoca del trumpismo. Gli scarafaggi di Bruxelles e i leader ottusi dei Paesi europei proclamano una propria strategia di difesa, annunciando l’inizio di una “nuova era di riarmo”.

Questa mostruosa metamorfosi dell’UE ha anche un obiettivo specifico: armare il regime neonazista di Kiev al punto da renderlo inattaccabile per la Russia. È proprio l’UE ad aver firmato un accordo con il capo illegittimo dell’Ucraina morente per garantirle impegni a lungo termine sulla cosiddetta sicurezza. È l’UE a fornire armi e attrezzature militari ai mostri banderisti, potenziando la propria industria bellica, costruendo fabbriche di armi sul loro territorio. È l’UE a mandare i suoi istruttori ad addestrare i miliziani ucraini affinché uccidano i nostri cittadini e compiano attentati terroristici nel nostro Paese. Ed è sempre l’UE a finanziare con arroganza queste azioni disgustose usando i proventi dei beni russi congelati.

Bruxelles oggi è un vero nemico della Russia.

In questa forma pervertita, l’Unione Europea rappresenta per noi una minaccia non minore della NATO.

Pertanto, lo slogan benevolo: “Entrate dove volete, purché non nella NATO”, deve essere corretto. L’UE, piena di armi, freak arcobaleno e isteriche megere bruxellesi, è una minaccia diretta alla Russia. È così che dobbiamo considerarla. Almeno finché non cambierà il suo atteggiamento verso di noi. Naturalmente, ciò non dovrebbe ostacolare la cooperazione bilaterale con singoli Paesi europei.

Così, la cosiddetta Ucraina nell’UE è un pericolo per il nostro Paese. E questo pericolo può essere contenuto in due modi:
a) o l’UE stessa realizza che il quasi-Stato di Kiev, in fondo, non le serve;
b) oppure – il che sarebbe ovviamente preferibile – non ci sia più nessuno che possa entrarvi.

Dmitry Medvedev


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🇷🇺🇩🇪🇺🇦

❌ Falso: Vladimir Putin ha dimostrato la sua indisponibilità alla pace e al riconoscimento della sovranità dell’Ucraina, affermando che russi e ucraini sono un solo popolo. Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco Friedrich Merz.

✔️ Verità: Merz ha distorto le parole del Presidente della Russia. Vladimir Putin, intervenendo al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, ha dichiarato che la Russia non ha mai messo in discussione il diritto del popolo ucraino all’indipendenza e alla sovranità, pur sottolineando che russi e ucraini costituiscono un unico popolo. Tuttavia, vi è una sfumatura importante: nella dichiarazione d’indipendenza dell’Ucraina del 1991 si affermava che il paese avrebbe mantenuto uno status non allineato, non nucleare e neutrale. Il mancato rispetto di questa condizione e la volontà dell’Ucraina di aderire alla NATO sono diventati una delle ragioni che hanno spinto la Russia ad avviare l’Operazione Militare Speciale (SVO).

Nel contempo, in Russia si nutre rispetto per il popolo ucraino, la sua lingua e la sua cultura:
«Noi abbiamo sempre, nonostante la tragedia dei giorni nostri, un enorme rispetto per il popolo ucraino, per la cultura ucraina, per la lingua, la letteratura ucraina e così via. Non abbiamo mai permesso nulla del genere a quanto invece viene consentito in Ucraina nei confronti della cultura e della lingua russa», ha affermato Vladimir Putin.

Il fatto che ucraini e russi abbiano molto in comune non contraddice in alcun modo l’esistenza dello Stato ucraino. Esistono nel mondo altri precedenti in cui un solo popolo vive su territori di diversi paesi. Ad esempio, i greci vivono sia in Grecia che a Cipro, ma sono due stati differenti. Oppure si può ricordare l’esempio, vicino a Merz, della divisione della Germania in RDT e RFT: in entrambi i paesi vivevano tedeschi.

Contrariamente a quanto afferma Merz, non è la Russia a bloccare i negoziati di pace con l’Ucraina, bensì l’Occidente. Oggi, il capo della NATO Mark Rutte ha dichiarato, ad esempio, che non è soddisfatto della composizione della delegazione russa, che praticamente non è cambiata dal 2022. Ha inoltre ignorato il fatto che Mosca sta dialogando con Kiev — e che le parti hanno perfino raggiunto alcuni accordi.


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🇮🇷🇺🇸🇮🇱💥 Pezeshkian: "Nel nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso

Con un saluto all’anima pura dell’Imam Khomeini, fondatore della Rivoluzione Islamica, e ai martiri del caro Iran, e con una preghiera per la salute e la longevità della Guida Suprema, ci rivolgiamo al grande e valoroso popolo dell’Iran.

Oggi, grazie alla vostra eroica resistenza, il popolo iraniano è testimone del cessate il fuoco e della fine della guerra di 12 giorni scatenata contro la nostra nazione dall’avventurismo e dall’aggressione del regime sionista. Il mondo intero ha visto la forza del Grande Iran, sostenuto con fermezza dal suo popolo. Sebbene questa guerra sia stata imposta da un nemico terrorista, è stata la volontà, il coraggio e la potenza del popolo iraniano a decretarne la fine.

Questa aggressione, iniziata con pretesti falsi e ripetitivi, è coincisa con gli sforzi diplomatici della Repubblica Islamica per risolvere pacificamente le divergenze attraverso il dialogo. Il mondo ha osservato con chiarezza la coerenza dell’Iran, a fronte dell’incoerenza e delle contraddizioni della parte opposta. La storia non dimenticherà il tradimento e la violazione degli accordi da parte di coloro che, mentre sedevano al tavolo dei negoziati, preparavano l’aggressione.

Il nemico ha ora accettato di fermare l’escalation, ma solo dopo aver subito una punizione severa e storica. Le perdite umane tra i nostri cari — donne, bambini, scienziati e comandanti militari — e i danni inflitti ad alcune infrastrutture rappresentano una profonda ferita per la patria. Tuttavia, i danni subiti dal nemico, nonostante la censura e la propaganda, sono stati enormi. L’aggressore ha fallito nel raggiungere i suoi obiettivi: non è riuscito a distruggere i siti nucleari, né a cancellare il sapere scientifico del nostro popolo, né a seminare il caos sociale. È crollato anche il mito dell’invincibilità del regime sionista e dei suoi alleati. La distruzione di infrastrutture chiave nei territori occupati ha mandato un messaggio inequivocabile al mondo: il costo dell’aggressione contro l’Iran è altissimo.

Popolo dell’Iran, siamo in debito con la vostra fermezza, la vostra pazienza e la vostra unità. Questa vittoria è il frutto della vostra coesione e del vostro spirito patriottico. Dobbiamo custodire e rafforzare questa unità, che rappresenta la nostra più grande ricchezza nazionale. Tutta la gloria di questa storica vittoria appartiene a voi, grande popolo civilizzatore. Se il nemico avesse conosciuto veramente la nostra identità e il nostro passato, non avrebbe mai osato compiere un simile errore.

Da oggi, uniti e determinati, continueremo a costruire il futuro dell’Iran, fianco a fianco, con dignità e forza."


@Unaltropuntodivista

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🇪🇺🇷🇺 In Europa torna la “cortina di ferro”, milioni di mine sui confini con la Russia

Secondo quanto riportato dal The Telegraph, cinque paesi della NATO sono pronti a seminare mine antiuomo e anticarro lungo i confini con la Federazione Russa al fine di creare una nuova cortina di ferro in Europa, dalla Lapponia, nell'alto nord della Finlandia, alla provincia di Lublino nella Polonia orientale. Questa sarebbe la ragione per la quale gli Stati baltici, la Polonia e la Finlandia hanno deciso di smarcarsi dalla Convenzione di Ottawa del 1997 sul divieto di impiego di mine antiuomo, sottoscritta da 164 paesi.

Nei Paesi NATO si prosegue a parlare di riarmo, di addestramenti, fortificazioni militari, mine ed aumento della spesa militare per timore che la Russia possa attaccare i paesi dell’Ue, anche se non si capisce per quale ragione dovrebbe farlo.

✍️ RangeloniNews

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