Torno ancora a parlare di Ucraina ma mi auguro di poter presto tornare a raccontare anche altro...
Su B-Hop, magazine online dedicato al #giornalismocostruttivo, racconto il progetto @UkraineHelpIT e come tutti possiamo dare una mano ai #rifugiati che fuggono dall'#Ucraina grazie al #civichacking e all'#attivismo digitale!
La testimonianza di Kate Nesmyelova, ingegnera aerospaziale che vive in Nuova Zelanda ma ha tutta la famiglia in #Ucraina.
And now the most painful part. A very private one. My family who can't escape, who can't go to safety.
My cousin has multiple sclerosis, she barely walks.
My auntie, her mum, was born in 1937. She still remembers the war with Germans - she was 4 when Germany attacked USSR. She also doesn't walk. And she has dementia.
When my auntie hears the blasts, she knows they need to run, but they can't. She curls down and cries 'mummy, the Germans are bombing us again'. An old 85 years old lady. And we can't explain her what's really happening. Because in 15 minutes she forgets everything.
This photo was taken before the war. They can't run.
#Standwithukraine #StopWar
#StandwithUkraine
📣 Siti ucraini (in inglese) e internazionali con info su #solidarietà e #attivismo a sostegno dell’#Ucraina:
👉How to help Ukraine Now
Info e risorse multilingue per chi vuole attivarsi fuori dall’Ucraina
👉Host4Ukraine
Portale per chi in Europa (e in Italia) vuole offrire ospitalità a chi fugge dall’Ucraina
👉 Stand with Ukraine
Info sulle mobilitazioni nel mondo contro la guerra
👉 Russian-Ukraine Monitor
Crowdsourced Map con info e immagini dal terreno di guerra
💰Associazioni ucraine che possiamo supportare con #donazioni:
➡️ Come Back Alive
➡️ Vostok Sos
➡️ Razom for Ukraine
➡️ United help Ukraine
➡️ Red Cross Ukraine
🇮🇹 Associazioni italiane che operano in Ucraina:
🔸Caritas
🔸Comunità di Sant'Egidio
🔸Fondazione Soleterre
🔸Croce Rossa Italiana
🔸Medici Senza Frontiere
🔸Ai.Bi. Amici dei Bambini
🔸Save the children
🔸Unicef
👩🏻💻Infine canale Telegram e gruppo Facebook del progetto di #civichacking Ukraine Help IT, promosso dagli stessi attivisti di TerremotoCentroItalia e Covid19Italia.
🙋🏻♀ Torno dopo una lunga pausa per augurare a tutt* voi buon anno nuovo!
Purtroppo è una breve incursione perché, ahimè, non posso ancora occuparmi del canale come vorrei ma prometto che appena possibile riprenderò.
Spero abbiate la pazienza di aspettarmi 💜
Ps. Ho abilitato le reazioni rapide (una bella sorpresa arrivata con l'ultimo aggiornamento di Telegram), nel caso vogliate usarle su questo e altri post 😊
#Acqua #Sostenibilità
Stamani vi porto in Perù dove cinque sorelle, ingegnere agronome della comunità indigena Quispillacta, hanno hanno iniziato una vera rivoluzione idrica recuperando antichi saperi e impiegando tecnologie a basso costo.
Marcela, Magdalena, Victoria, Lidia e Maria Machaca hanno riportato tra le comunità indigene che vivono a 3mila metri di quota la “semina e raccolta dell’acqua”, ovvero lo "yaku waqachay" (accudimento dell’acqua), un’antica tecnica idraulica che permette di raccogliere l'acqua piovana e creare lagune.
Il primo bacino idrico lo hanno realizzato nel 1995 e oggi sono arrivate a 71 lagune che immagazzinano più di 1.700,000 metri cubi d’acqua.
Oltre a combattere la carenza idrica causata dalla riduzione dei ghiacciai andini fornendo il 20% di tutta l’acqua consumata nella regione, le lagune create dalle sorelle Machaca favoriscono lo sviluppo di animali e piante, uccelli migratori e diverse specie di alghe, che arricchiscono ancora di più gli ecosistemi locali.
Tra le storie raccontate da Calabresi quella di Nunzia e Caterina e del loro bar/alimentari a Terracino, frazione di Accumoli.
La foto che le ritrae è di Rocco Rorandelli e fa parte del progetto fotografico
"Di semi e di pietre. Viaggio nella rinascita di un territorio" realizzato dal collettivo TerraProject che in questi ultimi 5 anni ha documentato la lenta rinascita dei territori colpiti dal #terremoto dell’Italia centrale.
🏠 #Rifugiati #Accoglienza #Famiglia
Hai una camera libera e vivi in Lombardia? Vuoi fare un’esperienza di condivisione e solidarietà? Allora contatta Refugee Welcome Italia!
L’associazione, che dal 2015 promuove forme di convivenza solidale e di cui abbiamo parlato altre volte, sta cercando a Milano e in Lombardia famiglie, persone singole, lavoratrici, lavoratori, studentesse e studenti, pensionati e pensionate disposti a offrire una camera a un rifugiato/una rifugiata, nell'ambito del progetto di coabitazioni solidali.
Chi accoglie riceverà un rimborso mensile per sostenere la coabitazione.
Scopri di più a questo link 🌺
#Sostenibilità
Trascorrete l'estate in città e vi piacerebbe conoscere meglio le aree verdi, le piste ciclabili, le stazioni di ricarica per mezzi elettrici, ma anche bike sharing, punti vendita di prodotti a km zero, negozi dell’usato, orti urbani?
Allora consultate le ecomappe Green City Map che Greenpeace ha pubblicato a questo link.
Per ora le ecomappe sono disponibili
per 11 città (Palermo, Bari, Napoli, Roma, Cagliari, Firenze, Pisa, Lucca, Bologna, Torino e Milano) ma presto ne arriveranno altre.
Una guida di facile consultazione realizzata e aggiornata da volontari, aperta alle segnalazioni dei cittadini, per rendere più sostenibile e piacevole la vita in città!
Su #GinoStrada non riuscirei a scrivere parole degne, condivido quindi il post di @ValigiaBlu e vi invito a onorare la sua memoria con un gesto semplice: una donazione a Emergency.
Читать полностью…♻️ #Riuso #EconomiaCircolare
Buone notizie! Cresce il mercato dell'usato, si butta meno e si riusa di più!
Secondo il Rapporto nazionale Occhio del Riciclone negli ultimi quattro anni il fatturato dei negozi dell’usato è cresciuto del 17% superando la soglia dei 400 milioni di euro, cifra che raddoppia se si considera il venduto globale.
E l'usato cresce, nonostante la pandemia, anche grazie al web. Le vendite di usato online, nello stesso periodo hanno avuto una crescita di fatturato del 15% che ha portato il fatturato globale del comparto a 230 milioni di euro annui, ai quali però corrispondono alcuni miliardi in termini di transazioni tra privati.
Bene anche l'occupazione che nel settore del riutilizzo conta tra le 80 mila e le 100 mila unità in 3 mila punti vendita in tutta Italia.
Che qualcosa finalmente stia cambiando?
🏠 #Casa #Diritti
Il 26 settembre a Berlino si voterà un referendum che potrebbe rivoluzionare il diritto alla casa. Quasi 260.000 cittadini, un numero record per la storia tedesca, hanno infatti sottoscritto il quesito referendario che prevede la socializzazione degli alloggi.
Se approvato, il referendum obbligherà i grandi proprietari di immobili (che possiedono cioè almeno 3.000 case) a venderne parte alla città che poi li darà in affitto a prezzo calmierato. Quello che fino ieri era un’utopia, da oggi è una richiesta «legalmente ammissibile».
Obiettivo del referendum è offrire una risposta sociale all’esplosione del mercato degli affitti e alla crisi abitativa che ormai da tempo sta colpendo la capitale tedesca come molte altre metropoli mondiali.
Il patrimonio di case sottratte al monopolio dei grandi gruppi del mattone verrà quindi trasferito a «un’istituzione di diritto pubblico amministrata attraverso la partecipazione democratica della comunità di cittadini e affittuari, il cui statuto preveda il divieto di privatizzare gli appartamenti» spiegano i promotori del referendum.
Del resto gran parte di quegli immobili erano di proprietà dello Stato che, soprattutto dopo la caduta del Muro, li ha venduti per fare cassa. «Rivogliamo le nostre case. La maggior parte degli alloggi di proprietà dei grandi gruppi apparteneva allo Stato, costruite e pagate con i soldi dei berlinesi. Prima che il Senato li svendesse agli immobiliaristi a prezzi ridicoli», ricordano gli attivisti dell’associazione per il diritto all’abitare promotrice del referendum.
Animali che riparano agli orrori degli umani. Come Magawa, il topo che per cinque anni ha annusato il terreno in Cambogia scovando bombe e mine antiuomo sepolte in decenni di conflitti.
Addestrato da Apopo, l’organizzazione non governativa belga specializzata in sminamento, Magawa ha aiutato a liberare oltre 225mila metri quadrati di terreno, equivalente a 42 campi da calcio.
Sono decine i ratti addestrati come lui in Cambogia a rilevare l’odore delle sostanze esplosive ma Magawa è il più veloce di tutti: può ripulire un’area delle dimensioni di un campo da tennis in 30 minuti, cosa che richiederebbe a un essere umano quattro giorni usando un metal detector.
Ora Magawa va in pensione, dopo aver permesso a tante "comunità locali di vivere, lavorare, giocare senza paura di perdere la vita o un arto".
Grazie piccolo grande topo!
🏠 #Sostenibilità #Riuso #Riciclo
In Nigeria l’inquinamento da plastica rappresenta un problema di difficile gestione. La plastica abbandonata riempie le strade e spesso termina nel mare, tanto che il Paese africano è al nono posto nel mondo per l’inquinamento degli ambienti marini.
Ma la situazione sta iniziando a cambiare, anche grazie ad un progetto realizzato da un’associazione locale, la Development Association for Renewable Energies, nella provincia di Kaduna. Qui le bottiglie di plastica sono diventate la materia prima per costruire abitazioni confortevoli e a basso costo.
Per fare una casa servono circa 14mila bottiglie, raccolte per strada e nelle discariche. Il progetto di Kaduna impiega studenti e disoccupati, che riempiono le bottiglie di sabbia prima di collocarle in soluzione di colla naturale e fango.
Il risultato è una casa che costa un terzo in meno delle abitazioni tradizionali ed è fino a diciotto volte più resistente di quelle in muratura e perfettamente antisismica.
Ora l’associazione spera di ottenere fondi per poter proseguire il progetto che può rappresentare una soluzione sia per le esigenze abitative della popolazione, sia per l’ambiente.
#Libri
«Un’Italia in movimento, che applica precetti di sobrietà e di ostinazione, che crede nella dignità del lavoro, che si batte contro il suo sfruttamento e ritiene che esso, oltre a fornire compensi economici, induca un cambio di passo nella propria vita, apra inedite prospettive e poi svolga un servizio di cui beneficia una collettività più vasta, di cui si avvantaggiano un luogo e un territorio. Che contenga un elevato tono di civismo».
«Un’Italia che resiste, si dà da fare, e che va sperimentando nuove forme comunitarie, nuovi lavori, nuovi sistemi cooperativi, nuovi modi di abitare, nuove relazioni con il territorio, un nuovo ambientalismo, nuove virtù civiche».
È tutto da leggere il bel libro di Francesco Erbani “L’Italia che non ci sta. Viaggio in un paese diverso” (Einaudi): 14 storie, 14 luoghi dove si fa impresa sociale, civile, responsabile, senza ambire a nessuna eccezionalità. Dai muretti della Costiera Amalfitana ai boschi emiliani di Succiso, dal sottosuolo del Rione Sanità al Cilento.
🐄 #Animali #Alimentazione
Stamani una buona, buonissima notizia per gli animali e per tutti noi. La Regione Emilia Romagna ha approvato una legge che vieta le gabbie negli allevamenti. È la prima in Italia. Si tratta di un piccolo ma importante passo verso l'abbandono degli allevamenti intensivi, un modello insostenibile per gli animali, per il nostro sistema alimentare e per il benessere del pianeta.
La rinuncia alle gabbie è un passaggio necessario per ridiscutere il sistema degli allevamenti intensivi, che – specialmente nella pianura padana – provoca danni ambientali enormi, oltre all’incalcolabile sofferenza che causa agli animali prigionieri di queste strutture.
L’industrializzazione dei sistemi di allevamento intensivi, costringendo un alto numero di animali a vivere in spazi ristretti, comporta l’impiego massiccio di antibiotici, col rischio che i farmaci entrino anche nella nostra alimentazione. Non solo. Gli allevamenti intensivi favoriscono la diffusione di virus e batteri che possono essere potenzialmente trasmissibili all’uomo (zoonosi) e all’origine di epidemie, come l’aviaria anni fa.
Questo provvedimento della Regione Emilia Romagna fa seguito ad un’altra grande vittoria dei movimenti animalisti: la consegna al parlamento europeo lo scorso ottobre della petizione “End of the cage age” che ha raccolto nel giro di pochi mesi le firme di 1,4 milioni cittadini europei contrari agli allevamenti intensivi.
La Commissione Europea è ora vincolata a pronunciarsi in merito alla richiesta e i prossimi mesi saranno cruciali per dare una risposta concreta alla petizione.
#Attivismo #UkraineWar
💡A #SanPietroburgo si sta diffondendo una nuova forma di protesta contro la guerra in #Ucraina.
Le persone realizzano con ogni tipo di materiale piccole figurine che tengono in mano cartelli, bandiere e altro contro la guerra e poi posizionano questi mini-manifestanti in giro per la città nei luoghi più disparati. Infine scattano una foto e la inviano su Instagram all'account malenkiy_piket (piccola protesta).
Una meraviglia di creatività e attivismo!
👉 Qui il profilo Instagram https://www.instagram.com/malenkiy_piket/
#StandwithUkraine #StopWar
Non tutti possono fuggire...
A pagare il prezzo più alto di questa guerra, di tutte le guerre saranno le persone con disabilità, le persone malate, i bambini e le bambine, le persone anziane.
Le persone inermi.
🙋🏻♀️ Care e cari,
quanto sta accadendo in #Ucraina mi impone di rompere la pausa che ahimè sono stata costretta a prendere.
Torno quindi a pubblicare sul canale un post che spero possa aiutare chi vuole attivarsi per la pace e a supporto del popolo ucraino.
Attiviamoci come possiamo, in qualunque modo perché questa guerra senza senso nel cuore dell'Europa finisca al più presto!
🙋🏻♀ Care amiche, cari amici,
come avrete notato il canale è silente da un paio di settimane e purtroppo per questioni familiari dovrò prendermi ancora un periodo di pausa, ma tornerò appena possibile!
Se nel frattempo volete segnalarmi notizie positive su solidarietà, diritti, ambiente e innovazione sociale potete scrivermi a @cristigalas.
Le vostre segnalazioni sono preziose!
Grazie 💜
🎈#Benessere
Felicità. Parola e concetto difficile da definire perché, come scrive il sociologo Arthur Brooks su Internazionale, cambia a seconda delle sensibilità di ognuno, della cultura e del paese in cui viviamo.
Tuttavia sulla base di alcuni studi, secondo Brooks, è possibile distinguere almeno 4 "modelli di felicità" che corrispondono ad altrettanti modelli geografici e culturali:
1. La felicità viene dall’avere delle ottime relazioni con le persone a cui teniamo. È una combinazione di focus esteriore e relazionale; in questo caso le amicizie e la famiglia sono le principali fonti di felicità.
Gli Stati Uniti sono un buon esempio di paese che corrisponde a questo modello.
2. La felicità deriva da un alto grado di consapevolezza. Questo modello si basa sulla combinazione del focus interiore e di quello basato sulle relazioni interpersonali ed è il modello che corrisponde alle persone con un’indole fortemente spirituale, filosofica o religiosa, soprattutto a chi dà un’alta importanza alla vita di comunità.
L’India risulta la terra di appartenenza di molte persone che seguono questo modello.
3. La felicità consiste nel fare ciò che si ama, spesso insieme agli altri. Questa linea di pensiero si coniuga alla tendenza a vivere dandosi degli obiettivi.
Si possono trovare molte persone che si riconoscono in questo modello soprattutto nei paesi nordici e nel centro Europa.
4. La felicità deriva semplicemente dallo stare bene. In questo modello si assiste a una combinazione di focus interiore e di obiettivi. È il modello delle persone che danno la priorità assoluta alle esperienze da cui possono ricavare sensazioni positive, che siano esperienze fatte in solitaria o insieme ad altre persone.
Questo è il modello più diffuso nel Sudamerica, nell’area mediterranea e in Sud Africa.
Sarà un caso ma io mi riconosco di più nel modello 4 e voi? Cos’è per voi la felicità?
🏚 #Ricostruzione #EconomiaSolidale
Oggi sono cinque anni dal #terremoto che ha devastato Amatrice e le sue frazioni provocando 299 morti.
La ricostruzione langue, le macerie sono ancora tonnellate ma in questi cinque anni in tanti hanno piantato semi e "allevato la speranza", riprendendo il nome di un importante progetto post terremoto promosso da Legambiente.
Come racconta Mario Calabresi, "la rinascita di Amatrice non va cercata nelle macerie delle sue case, ma nella tenacia delle persone. Quelle che non sono mai andate via e quelle che sono tornate".
Calabresi ha raccolto le loro storie e le loro voci nel bel podcast "Altre/Storie". Prendetevi 38 minuti e ascoltatelo, vi farà bene.
Ps. Per chi non ama ascoltare ma leggere, il racconto di Mario Calabresi "Amatrice, il coraggio di restare" è disponibile anche in versione testo a questo link.
#Solidarietà #Donne #Afghanistan
Da giorni penso all’Afghanistan con profondo sgomento. Penso a quella guerra insensata scatenata vent’anni fa da un Occidente rabbioso e miope, penso alle donne afgane, alle attiviste di associazioni come Hawca e Rawa che da decenni lottano contro violenze e miseria, per la libertà e i diritti di donne e bambine. Penso alla paura e allo sconforto enorme che staranno provando.
Il senso di impotenza è forte. Eppure qualcosa possiamo fare, subito. Sostenere Cisda, Coordinamento italiano di sostegno alle donne afgane che da oltre 20 anni supporta associazioni e attiviste afgane.
Ecco i dati per effettuare la donazione:
Conto corrente intestato a Cisda Onlus
BANCA POPOLARE ETICA - Agenzia Via Scarlatti 31 – Milano
Conto corrente n. 113666
CIN U – ABI 5018 – CAB 1600
IBAN: IT64U0501801600000000113666
Causale: Donazione liberale Emergenza Afghanistan
🥇♻️ #Riciclo #Sport
Ricorderemo le Olimpiadi di #Tokyo2020 non solo per il record di medaglie conquistate dal nostro Paese ma anche per essere le prime Olimpiadi del riciclo!
Innanzitutto le medaglie: come raccontavo qui, tutte le medaglie sono state realizzate con metalli estratti da vecchi cellulari donati da migliaia di cittadini giapponesi. E poi i podi in plastica riciclata e recuperata anche dell'oceano, i letti e i materassi su cui hanno dormito gli atleti di tutto il mondo anch'essi realizzati con materiali riciclati.
La torcia olimpica è stata prodotta utilizzando rifiuti di alluminio provenienti da abitazioni temporanee costruite in seguito al terremoto. Infine il villaggio olimpico: è stato costruito impiegando legname proveniente da fonti sostenibili donato dalle autorità locali.
Dopo i Giochi il legname verrà restituito alle comunità di provenienza per essere riutilizzato, ad esempio, per panchine pubbliche o parte di edifici pubblici.
Anche l'Italia ha contribuito a rendere queste Olimpiadi più green: Casa Italia, il palazzo luogo di ritrovo degli atleti italiani a Tokyo, è stato ricoperto da un'enorme bandiera tricolore in tessuto riciclato. Un arazzo di oltre 400 mq, bianco, rosso e verde, realizzato dall'azienda Bonotto che ha usato 500 kg di tessuto ottenuto riciclando bottiglie di plastica. Un capolavoro del made in Italy che ci ha portato tanta fortuna!
Non so voi ma oggi mi sono davvero emozionata a guardare il nostro Marcell Jacobs vincere i 100 metri a #Tokyo2020!
Per capire quanto straordinaria è quell'impresa e quanta forza c'era in ogni sua falcata leggete quello che ha scritto lui stesso qui.
Buona, buonissima domenica! 💜
🙋🏻♀️ Piccola comunicazione di servizio.
Mi scuso se in questo periodo sono un po' latitante. L'estate mi distrae ;) ma tra qualche settimana tornerò ad essere più assidua.
Intanto un caro saluto a tutte e tutti ovunque siate! 💜
#Ambiente #Attivismo
Quella che vedete è Maida Bilal, una delle vincitrici del Goldman environmental prize 2021, il premio Nobel dell’attivismo ambientalista. Maida è stata premiata perché ha guidato 300 donne del suo villaggio, in Bosnia-Erzegovina, contro la costruzione di due dighe e di una centrale idroelettrica sul fiume Kruščica, fiume selvaggio paradiso di biodiversità.
Per 503 giorni hanno bloccato pacificamente un ponte impedendo l’ingresso di mezzi pesanti, bulldozer e materiale da costruzione. Così facendo hanno definitivamente cancellato il progetto che avrebbe messo a rischio la vita del fiume e del villaggio.
A questo link le storie degli altri cinque vincitori del premio, anzi delle cinque vincitrici visto che 5 su 6 sono donne. Storie che mostrano come anche la sola determinazione di una persona possa fare la differenza.
🚍 #Turismo #Sostenibilità
Se avete un camper o una roulotte e state pensando alle vacanze, date un’occhiata a Agricamper Italia, la piattaforma che supporta il turismo rurale in movimento, fondata da Pauline Nava, giovane imprenditrice italo-francese.
Viaggiatori in camper e van possono sostare gratuitamente per 24 ore in oltre 100 strutture private diffuse in tutta Italia, come fattorie, agriturismi, aziende agricole e vitivinicole.
Per accedere al servizio, basta iscriversi alla piattaforma, versare la quota annuale di 29€ e scegliere dove sostare consultando schede dettagliate sulle strutture, servizi, percorsi e coordinate Gps. Il tutto è disponibile anche via app.
Insomma un modo semplice e sostenibile per viaggiare trascorrendo un giorno e una notte in luoghi bellissimi, in tutta sicurezza e libertà.
🏘🙍🏻 #Comunità #Salute
A Bergamo un gruppo di psicologi ha condotto nei primi mesi di quest’anno una ricerca sugli abitanti dei diversi quartieri della città alla luce della pandemia, dalla quale emergono dati molti interessanti. Uno su tutti: là dove il senso di comunità è più debole, lì gli effetti della pandemia sono più devastanti dal punto di vista psicologico ed emotivo. I quartieri dove tra i cittadini è più basso il senso di comunità e appartenenza hanno registrato durante la pandemia un aumento più consistente di depressioni e stati d’ansia, anche gravi.
Che il sentirsi parte di una comunità rappresenti un aspetto fondamentale della nostra salute psichica è noto in medicina, tuttavia dallo studio condotto a Bergamo emerge quanto il luogo dove si vive, inteso come spazio sociale e non solo territoriale, giochi un ruolo cruciale nella nostra capacità di reagire a situazioni critiche, come appunto è stata la pandemia. Ed è soprattutto nel lungo periodo che il senso di comunità ha svolto e continua a svolgere un ruolo determinante nello “spezzare la traiettoria di ricadute negative della crisi pandemica sulla psiche dei cittadini”.
Oltre a confermare il fatto che le persone inserite in reti sociali stanno meglio, sia sotto il profilo psicologico che fisico, lo studio bergamasco evidenzia un altro dato molto importante: per condividere un concreto senso di comunità non basta essere integrati nella società. E’ necessario, spiegano i ricercatori, interiorizzare una idea di comunità che includa, oltre alle persone che conosciamo, anche gli estranei con i quali condividiamo gli spazi e i servizi.
🌳🏘 #RigenerazioneUrbana #InclusioneSociale
Ridaje! Oggi voglio raccontarvi una bella esperienza di innovazione sociale nata a Roma: persone senza dimora si prendono cura delle aree verdi della città e gli abitanti dei quartieri li ricompensano.
Nella capitale vivono 14mila persone senza fissa dimora; il 34% lo sono da più di 5 anni, principalmente per la difficoltà a trovare un lavoro. Al tempo stesso, il verde pubblico è pari a circa 6mila campi di calcio e oltre il 90% non è mantenuto.
Da qui, tre anni fa, l’idea di un giovane volontario Caritas e imprenditore sociale, Lorenzo Di Ciaccio: coinvolgere i senza tetto nella cura del verde urbano e offrire loro una chance per ricominciare.
Con il sostegno di Caritas, Comunità di Sant’Egidio e Comune di Roma (che dal 2014 permette ad associazioni e comitati di quartiere di prendersi cura di un’area verde), Lorenzo e altri giovani attivano il progetto “Ridaje” con lo scopo di impiegare persone senza dimora come giardinieri urbani.
Dopo un breve corso di formazione, i neogiardinieri sono pronti a manutenere il verde. I quartieri destinatari del servizio possono contribuire con una donazione attraverso il portale www.ridaje.com.
E la risposta della città non manca: ad oggi sono 10 le aree verdi che, grazie anche al contributo dei cittadini, sono tornate o stanno tornando a nuova vita. Per ogni spazio verde, infatti, è attiva una raccolta fondi a cui tutti possiamo contribuire con una donazione, anche piccola.
Qui tutte le aree adottate da Ridaje.